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Salute in rete, il web è il secondo riferimento dopo il medico

Pubblicata il 22 nov 2015

Salute in rete, il web è il secondo riferimento dopo il medico

E' quanto emerge da un confronto tra esperti, studiosi dell'Università La Sapienza di Roma, l'Istituto Superiore di Sanità e Aifa dopo una ricerca su un campione di 2.066 individui.

NELL'ERA digitale la salute 2.0 passa anche attraverso la rete: un italiano su due infatti ricerca attivamente le informazioni sul web, anche se resta per tutti il medico il riferimento principale (85% medico di base, 68% medico specialista), e poi come seconda scelta il web. E' quanto emerge da un confronto tra esperti, studiosi dell'Università La Sapienza di Roma, l'Istituto Superiore di Sanità e Aifa dopo una ricerca su un campione di 2.066 individui effettuata da Gfk Eurisko.

L'Osservatorio. L'incontro "La salute in rete: progresso o pericolo?" è stato promosso dall'organizzazione non-profit IBSA Foundation. Data la necessità di creare un osservatorio che fornisca dati esatti relativi allo scenario sanitario di riferimento, si è dibattuto sull'urgenza di un intervento puntuale delle istituzioni che mettano a disposizione degli italiani la correttezza delle informazioni in rete. Sulla scia dei modelli informativi più avanzati europei – citiamo tra tutti l'inglese Nsh Choices, portale che lo stesso governo anglosassone ha finanziato – gli esperti riuniti hanno chiesto che la divulgazione scientifica in rete risponda a precisi parametri. Oggi il web, per il 74% degli italiani, diventa il secondo riferimento dopo il medico.

I dati. Il 63% della popolazione, dopo aver reperito online informazioni di pertinenza sanitaria, va dal proprio medico di fiducia per ottenere ulteriori chiarimenti e/o approfondimenti. Eppure, per quest'ultima categoria di professionisti, sussiste un atteggiamento critico a causa della confusione che può aver generato la grande quantità di informazioni reperibili in rete.

Rapporto medico-paziente. Ecco che la sfida è sì quella di "offrire dati e informazioni ad una platea di utenti in crescita, ma che siano certificati e validati dal punto di vista regolatorio -  spiega la dottoressa Valentina Mantua, psichiatra e dirigente medico dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) - . Il rapporto medico-paziente sarà perciò “rivoluzionato dal venire meno di quella asimmetria nella conoscenza che lo ha contraddistinto fino ad oggi - continua la Mantua- ed Aifa, all’interno del nuovo modello di salute 'peer to peer', di condivisione, è destinata ad assumere il ruolo di fonte" circa dati e informazioni generati e aggiornati in tempo reale.

I canali web. Se da una parte la ricerca viene effettuata sui siti, è molto positiva la valutazione del canale web che viene preferito rispetto ai media tradizionali, in particolar modo dalle persone "attente alla salute", e considerato di facile consultazione per l'85% del campione. Eppure, se si analizza il peso delle informazioni in fatto di salute ottenute online, emerge che queste influenzano le decisioni e i comportamenti futuri di solo il 48% del campione. Gli strumenti per orientarsi sull'autorevolezza delle fonti che producono informazioni sono perciò necessari.

"Serve un portale di riferimento". "Ciò che manca in Italia - commenta il professor Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità - è un portale che sia di riferimento per tutti i temi di natura medica, capace di fornire indicazioni basate su evidenze scientifiche. Serve uno strumento flessibile, semplice nel linguaggio ma rigoroso nei contenuti che, nel dialogare con il cittadino, educhi al metodo scientifico e rinsaldi la sua alleanza con il medico". E la rete deve poter esere inclusa in questa relazione, quale collante e territorio di confronto, dato che oggi, commenta il professor Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale dell’Università La Sapienza di Roma, "assistiamo alla crisi della mediazione nella professione medica. Il disagio di questo passaggio d’epoca è soprattutto dovuto alla confluenza tra diversi diritti in competizione: il paziente, il medico, il comunicatore".

Repubblica.it

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