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Scrocchiarsi le dita: abitudine nociva o innocua?

Pubblicata il 1 apr 2016

Scrocchiarsi le dita: abitudine nociva o innocua?

Il caratteristico rumore non è legato alle ossa: in realtà sono bolle che scoppiano all’interno del liquido delle articolazioni.

Si narra che Franz Liszt, il celebre compositore ungherese, fosse solito, prima di esibirsi al pianoforte, scrocchiarsi le dita per rendere più fluide le mani. Un’abitudine che hanno in molti e che dà una certa soddisfazione. Il gesto, diffuso soprattutto tra gli adolescenti, viene spesso ripetuto anche in età adulta, come antidoto ad ansia, stress, insicurezza, noia. Ma non tutti compiono questo movimento con la stessa disinvoltura: riesce semplice a chi ha ampio spazio tra le giunture, più difficile a chi ha spazi ristretti.

Cosa accade quando ci si scrocchia le dita

Scrocchiarsi le dita (ma anche il ginocchio, il gomito, il polso, il collo) non ha nulla a che fare con le ossa in senso stretto, come alcuni credono, ma riguarda le articolazioni, strutture costituite da due o più superfici cartilaginee separate dal liquido sinoviale, una sottile pellicola che agisce come un lubrificante, e tenute insieme da elementi come la capsula, i legamenti e i tendini. «Una trazione dell’articolazione, come lo stato di massima flessione, comporta una modifica della pressione del liquido sinoviale che già si trova in un ambiente a pressione negativa», spiega Maurilio Bruno, responsabile dell’unità operativa di Chirurgia della mano II dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi (Gruppo Ospedaliero San Donato). «Se la pressione idrostatica aumenta, i gas contenuti in soluzione nel liquido, come diossido di carbonio e idrogeno, si riuniscono raccogliendosi in bolle. La rottura di queste bolle è accompagnata dal caratteristico rumore secco che sentiamo». Dopo il croc, i gas tornano lentamente in soluzione per essere poi disponibili di nuovo a trasformarsi in bolle: il tutto richiede circa 20 minuti e ciò spiega perché, dopo essersi scrocchiati le dita, bisogna aspettare un po’ prima di poter ripetere il gesto.

Nocivo o innocuo?

Un tempo le mamme raccomandavano ai figli di non scrocchiarsi le dita, pensando che questa abitudine potesse causare nocche ingrossate e mani deformate. Un timore non suffragato da studi scientifici: infatti gli esperti sono oggi concordi nell’affermare che scrocchiarsi le dita non provoca alterazioni degenerative delle cartilagini (artrosi) o infiammazioni (artriti). Alcuni studiosi sottolineano però come, a lungo andare, questa abitudine possa provocare piccoli disturbi alle mani, come gonfiore, indolenzimento, leggera diminuzione della forza. «In realtà si tratta di un fenomeno che ci fornisce informazioni sulla particolare lassità dei legamenti di alcune persone», aggiunge Bruno, «che per questo potrebbero andare incontro nel tempo a fenomeni di usura delle cartilagini articolari». Niente di grave, insomma. 

Se però si decide di smettere, si può provare a tenere le mani il più possibile occupate, ad esempio giocherellando con una matita, con una moneta o con una pallina antistress. In alternativa, si può tenere con sé una crema per le mani, da spalmare ogni volta che viene la tentazione di sentire di nuovo croc.

Corriere.it

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