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Pazienti Diabete tipo 2
Diabete tipo 2, resistenza all'insulina marcatore di risposta agli inibitori della DPP-4
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Tutti i commenti
Diabetologist
Diabetologist
Iscritto nel 2015
...interessante... ma magari con una nota bibliografica lo sarebbe di più!
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Dott. Mario Manunta
Baptiste
Buon consigliere
Baptiste
Iscritto nel 2016
Ciao @Diabetologist.
Se clicchi sul link PharmaStar, arrivi sulla pagina dell'articolo
Un saluto.
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Diabetologist
Diabetologist
Iscritto nel 2015
Grazie!!
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Dott. Mario Manunta
artuartu
artuartu
Iscritto nel 2017
cosa e ilinibitori DPP-4. nome comerciale ? grazie
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Indagine
Indagine
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giupipino
giupipino
Iscritto nel 2016
E chi ha mai detto di non condividere col proprio medico le azioni da fare?
Quello che io cerco di far capire alle persone che non ne hanno consapevolezza è che nei casi di diabete di tipo 2, dovuti a obesità (che sono la stragrande maggioranza) ESISTE UNA ALTERNATIVA ALLA CURA FARMACOLOGICA.
Tale alternativa è nota ai medici, tuttavia per motivi di praticità e di tempo, i medici preferiscono darti il farmaco. Il medico infatti NON HA IL TEMPO di fornirti tutte le informazioni relative alla alimentazione e allo stile di vita necessarie per uscire dal diabete di tipo 2.
Queste informazioni richiedono ad esempio di chiarire al paziente la nozione IMPORTANTISSIMA di INDICE GLICEMICO. Il medico dovrebbe insegnare al paziente QUALI SONO gli alimenti con indice glicemico elevatissimo, e quindi da evitare. Quali sono quelli con indice glicemico alto, e quindi da assumere con moderazione, e infine quali sono quelli con indice basso da potersi consumare a volontà. Dovrebbe poi chiarire l'effetto fondamentale degli INTEGRATORI alimentari sul diabete di tipo 2. Chiarire l'effetto di omega 3, curcuma e cannella.
Infine dovrebbe insegnare il tipo CORRETTO di movimento quotidiano da fare.
Tutte queste cose richiederebbero DECINE di ore per educare il paziente a uno stile di vita sano.
Essendo tutto ciò molto faticoso, dispendioso e difficile si preferisce dare la pillola, consapevoli che con gli anni la dose dovrà essere sempre maggiore e che si dovrà passare a farmaci sempre più forti e dagli effetti collaterali sempre più gravi.
Questa è la situazione VERA.
Chi vuole accontentarsi delle pillole fatti suoi.
Sappia comunque che la sua malattia diverrà negli anni cronica e sempre più grave.
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giupipino
giupipino
Iscritto nel 2016
Niente paura,
Il corpo è una macchina perfetta, purché non lo si intossichi con troppe medicine, con troppo zucchero raffinato, con troppi ormoni e antibiotici (latte e formaggi). Apprezzo la tua scelta di vivere in campagna. Io non vivo in campagna ma mi sposto ogni giorno di qualche decina di chilometri per raggiungerla. Posso così fare le mie lunghe passeggiate di un'ora fra le vigne, lungo viottoli fiancheggiati da piante di fico, da ulivi, da piante di nespole, di ciliegie o susine. Di tali frutti mi nutro senza paura, nonostante il mio passato diabete. Infatti ho imparato ad avere una fiducia assoluta nella Natura e nelle qualità salutari dei suoi prodotti. Mangio ogni frutto con la buccia e perfino con i relativi semi. Raccolgo le medicine che mi servono direttamente dalle piante del bosco o della campagna (tarassaco per il mio fegato, foglie di ulivo o di noce per la mia glicemia e per la pressione, eccetera). Ho imparato a riconoscere ogni piantina, perfino la più umile. E ad apprezzarne le qualità medicinali. La Natura, più la conosci e più la ami. E capisci che c'è qualcosa di molto Grande dietro. Qualcosa che nessuno ci ha insegnato a conoscere ed apprezzare per quello che la Sua bontà ci dona ogni giorno, senza pretendere nulla in cambio.
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giupipino
giupipino
Iscritto nel 2016
E chi ha mai detto di non condividere col proprio medico le azioni da fare?
Quello che io cerco di far capire alle persone che non ne hanno consapevolezza è che nei casi di diabete di tipo 2, dovuti a obesità (che sono la stragrande maggioranza) ESISTE UNA ALTERNATIVA ALLA CURA FARMACOLOGICA.
Tale alternativa è nota ai medici, tuttavia per motivi di praticità e di tempo, i medici preferiscono darti il farmaco. Il medico infatti NON HA IL TEMPO di fornirti tutte le informazioni relative alla alimentazione e allo stile di vita necessarie per uscire dal diabete di tipo 2.
Queste informazioni richiedono ad esempio di chiarire al paziente la nozione IMPORTANTISSIMA di INDICE GLICEMICO. Il medico dovrebbe insegnare al paziente QUALI SONO gli alimenti con indice glicemico elevatissimo, e quindi da evitare. Quali sono quelli con indice glicemico alto, e quindi da assumere con moderazione, e infine quali sono quelli con indice basso da potersi consumare a volontà. Dovrebbe poi chiarire l'effetto fondamentale degli INTEGRATORI alimentari sul diabete di tipo 2. Chiarire l'effetto di omega 3, curcuma e cannella.
Infine dovrebbe insegnare il tipo CORRETTO di movimento quotidiano da fare.
Tutte queste cose richiederebbero DECINE di ore per educare il paziente a uno stile di vita sano.
Essendo tutto ciò molto faticoso, dispendioso e difficile si preferisce dare la pillola, consapevoli che con gli anni la dose dovrà essere sempre maggiore e che si dovrà passare a farmaci sempre più forti e dagli effetti collaterali sempre più gravi.
Questa è la situazione VERA.
Chi vuole accontentarsi delle pillole fatti suoi.
Sappia comunque che la sua malattia diverrà negli anni cronica e sempre più grave.
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giupipino
giupipino
Iscritto nel 2016
Niente paura,
Il corpo è una macchina perfetta, purché non lo si intossichi con troppe medicine, con troppo zucchero raffinato, con troppi ormoni e antibiotici (latte e formaggi). Apprezzo la tua scelta di vivere in campagna. Io non vivo in campagna ma mi sposto ogni giorno di qualche decina di chilometri per raggiungerla. Posso così fare le mie lunghe passeggiate di un'ora fra le vigne, lungo viottoli fiancheggiati da piante di fico, da ulivi, da piante di nespole, di ciliegie o susine. Di tali frutti mi nutro senza paura, nonostante il mio passato diabete. Infatti ho imparato ad avere una fiducia assoluta nella Natura e nelle qualità salutari dei suoi prodotti. Mangio ogni frutto con la buccia e perfino con i relativi semi. Raccolgo le medicine che mi servono direttamente dalle piante del bosco o della campagna (tarassaco per il mio fegato, foglie di ulivo o di noce per la mia glicemia e per la pressione, eccetera). Ho imparato a riconoscere ogni piantina, perfino la più umile. E ad apprezzarne le qualità medicinali. La Natura, più la conosci e più la ami. E capisci che c'è qualcosa di molto Grande dietro. Qualcosa che nessuno ci ha insegnato a conoscere ed apprezzare per quello che la Sua bontà ci dona ogni giorno, senza pretendere nulla in cambio.
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Baptiste
Buon consigliere
Baptiste
Iscritto nel 2016
In una ricerca inglese condotta in pazienti con diabete di tipo 2, i soggetti che presentavano livelli elevati di marcatori per la resistenza all'insulina mostravano una scarsa risposta agli inibitori della dipeptidil-peptidasi IV (DPP-4), rispetto ai pazienti con una minor resistenza all'insulina.
"Oggi abbiamo a disposizione un’ampia scelta di trattamenti ipoglicemizzandi, spiega il Dr. John Dennis, della University of Exeter Medical School. "La maggior parte delle linee guida è concorde sul fatto che la metformina sia il trattamento di prima linea ottimale per i pazienti con diabete di tipo 2, ma successivamente non è chiaro quale sia il "miglior trattamento" e la scelta del clinico è principalmente guidata dal profilo dei costi e degli effetti collaterali dei farmaci".
Dennis e colleghi hanno condotto uno studio prospettico in pazienti con diabete di tipo 2 non trattati con insulina per valutare la relazione tra la resistenza al farmaco e la risposta al trattamento con inibitori DPP-4 a sei mesi. I ricercatori hanno analizzato le cartelle elettroniche di 23.001 soggetti per valutare la possibile associazione tra i marcatori al basale e la risposta alla terapia e valutato la specificità dei risultati ripetendo le analisi con gli agonisti del recettore del GLP-1.
Diversi marcatori di un elevato livello di resistenza all’insulina erano associati a una riduzione della risposta HbA1c a sei mesi agli inibitori DPP-4. Questi marcatori includevano livelli elevati di peptide C a digiuno (P = 0,03), la resistenza all'insulina espressa da HOMA2 (P = 0,01) e i trigliceridi (P<0,01).
Gli esperti hanno osservato che un BMI elevato e livelli elevati di trigliceridi erano entrambi associati alla risposta agli inibitori di DPP4 (P<0,01 per entrambi).
Nello studio prospettico, i pazienti obesi, con livelli elevati di trigliceridi mostravano una minore risposta ai farmaci a sei mesi rispetto ai pazienti non obesi e con livelli normali di trigliceridi (5,3 mmol/mol; 95% CI, 1,8-8,6 vs. 11,3 mmol/mol; 95% CI, 8,4-14,1). Nei pazienti obesi, con livelli elevati di trigliceridi, è stata osservata anche una risposta di minor durata ai farmaci (HR = 1,28; 95% CI, 1,16-1,41).
Gli esperti hanno riportato che i marcatori della resistenza all’insulina non erano associati con la risposta agli agonisti del recettore del GLP-1.
"Mentre c'è molto entusiasmo riguardo il potenziale della medicina di precisione nel diabete di tipo 2, sono stati identificati relativamente pochi fattori predittivi validi di risposta al trattamento. Il nostro studio è il primo a identificare marcatori semplici associati alla risposta alla terapia con inibitori DPP-4 ", spiegano gli autori. "Il prossimo passo sarà replicare queste osservazioni nei dati degli studi esistenti su questi farmaci e analizzare i fattori predittivi di risposta anche per altre molecole".
PharmaStar