Drepanocitosi: sapere tutto

La drepanocitosi è una malattia ereditaria del sangue. Leggete la nostra scheda per saperne di più sulle sue cause, sintomi e trattamenti.

 

 

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Drepanocitosi: sapere tutto

Cos’è la drepanocitosi?

La drepanocitosi, detta anche anemia falciforme, è una malattia genetica ereditaria del sangue. Colpisce più precisamente un componente delle cellule che portano l’ossigeno nel sangue: l’emoglobina dei globuli rossi.

La drepanocitosi è la malattia genetica più frequente in Francia e nel mondo. Colpisce quasi 1 bambino su 1900 che nascono in Francia metropolitana e 1 bambino su 419 nei dipartimenti d’oltremare. La malattia è presente in modo più importante in alcune regioni del mondo, soprattutto in Africa e Asia ma anche in America (Antille, Brasile) per colpa delle migrazioni di popolazioni.

L’origine della malattia

La malattia è presente nel paziente che ha ricevuto dai suoi genitori due esemplari del gene difettoso, che conduce alla produzione di emoglobina S non funzionale messa in causa nella drepanocitosi, al posto dell’emoglobina A sana. È di trasmissione autosomica (colpisce allo stesso modo i ragazzi e le ragazze) recessiva. Il bambino sarà affetto soltanto se i suoi due genitori sono portatori del gene in causa o se uno dei due è portatore e l’altro genitore  è affetto.

Esistono diversi tipi di drepanocitosi più o meno gravi. La forma più grave, la forma omozigote (2 esemplari del gene) è la forma più frequente. Invece, se i genitori hanno soltanto 1 esemplare del gene, il paziente viene detto portatore sano e presenta una forma delle malattia detta eterozigote. Questi pazienti non hanno sintomi in generale.

La diagnosi della drepanocitosi

In Francia metropolitana, esiste un programma di screening per i neonati i cui genitori sono originari di regioni a rischio (Africa, Oltremare,...) e quindi suscettibili di essere portatori. Nei dipartimenti d’oltremare, lo screening viene fatto in modo sistematico per tutti i neonati. Per gli altri pazienti, la diagnosi può avvenire per caso o durante un altro esame del sangue o quando i sintomi compaiono.

La diagnosi è stabilita durante l’individuazione dell’emoglobina S nel sangue del paziente.

Per colpa della produzione di emoglobina difettosa, quando la quantità di ossigeno aumenta nel sangue, l’emoglobina S deforma i globuli rossi. Prendono allora la forma di falci.

I sintomi della malattia

Le manifestazioni della malattia sono di tre grandi tipi:

- Un'anemia emolitica cronica: per colpa della loro deformazione, i globuli rossi sono indeboliti e possono auto-distruggersi (è l’emolisi). Il ferro è quindi trasportato male nel sangue e provoca un’anemia. I sintomi sono in generale pallore e stanchezza cronica.

- Crisi vaso-occlusive molto dolorose: in forma di falci, i globuli rossi diventano rigidi e possono quindi ostruire i vasi sanguigni. I dolori colpiscono particolarmente le ossa, le articolazioni delle braccia e delle gambe, la schiena o il petto.

- Un rischio elevato di sviluppare delle infezioni: la milza, di solito responsabile della sintesi delle cellule di difesa contro le infezioni, è ampiamente sollecitata per distruggere i globuli rossi deformati. È anche una delle localizzazioni delle crisi vaso-occlusive. Non può quindi assumere correttamente il suo ruolo di protezione contro le infezioni.

Con questi tre grandi sintomi, esiste una grande variabilità individuale di altri sintomi.

L’evoluzione della drepanocitosi

La sequestrazione splenica acuta

Se la milza si mette a distruggere sempre più i globuli rossi, si parla di sequestrazione splenica acuta. La milza non sarà quindi disponibile per produrre nuovi globuli rossi, ciò che aggrava l’anemia. La sequestrazione splenica è un'urgenza vitale assoluta.

Gli accidenti cerebrovascolari

Le crisi occlusive possono anche essere all’origine di accidenti cerebrovascolari (Ictus), particolarmente nei bambini. Le crisi occlusive possono anche causare una sindrome toracica acuta. Questo corrisponde ad un problema di ossigenazione in tutto il corpo dopo l’occlusione dei vasi a livello dei polmoni.

Altre complicazioni possono comparire con l’età: insufficienza renale, artrosi, osteoporosi, emorragie intraoculari, ipertensione arteriosa polmonare, calcoli biliari...

I trattamenti della drepanocitosi

L’assistenza della drepanocitosi si basa sulla prevenzione delle complicazioni perché non esiste un trattamento per guarire di questa malattia. Un controllo medico regolare è primordiale con in particolare un controllo delle funzioni renali, respiratorie, degli occhi e della circolazione sanguigna per prevenire un ictus. È necessario di prevenire le infezioni grazie alla vaccinazione e trattamenti antibiotici.

Un trattamento con acido folico e ferro può essere prescritto per ridurre le conseguenze dell’anemia. Di più, delle trasfusioni di sangue possono essere fatte per aumentare il livello di globuli rossi.

Più semplicemente, un paziente affetto da drepanocitosi deve avere una buona igiene di vita, soprattutto una buona idratazione per ridurre le crisi dolorose. Queste crisi possono anche essere sollevate dall’assunzione di antidolorifici.

La ricerca medica

Esiste oggi un trattamento curativo efficace, il trapianto di midollo osseo, perché contiene delle cellule che sono all’origine della produzione di globuli rossi. Questo trapianto è riservato per le forme più gravi della malattia. È a volte difficile di trovare un donatore.

Delle ricerche sono attualmente in corso per sviluppare un trattamento con terapia genica. Questo consisterebbe nell’introduzione di un gene dell’emoglobina funzionale nelle cellule staminali del midollo osseo dei pazienti affetti affinché l’emoglobina sia di nuovo funzionale. Studi sono in corsi negli Stati Uniti.

Fonti : Sosglobi, HAS, Inserm, Vidal, Orphanet

Pubblicata il 8 mar 2017

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Autore: Team editoriale di Carenity, Team editoriale

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