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Agopuntura, che cosa può curare veramente

Pubblicata il 21 giu 2016

Agopuntura, che cosa può curare veramente

Il dottor Quirico spiega le origini di questa antica pratica ed i suoi benefici. Una seduta dura circa mezz’ora. È indolore ed è utile soprattutto per i disturbi funzionali.

Sapevate che l’agopuntura non serve a smettere di fumare e neppure a dimagrire? E che invece ottiene buoni risultati con tutta una serie di altri disturbi? 

PRIMA DI TUTTO, IN COSA CONSISTE L’AGOPUNTURA? 

«Consiste nel curare le persone applicando degli aghi in varie parti del corpo. Si tratta di aghi monouso, di acciaio, del diametro di circa 0,30 millimetri e di una lunghezza che può andare da un centimetro e mezzo fino a sette centimetri».

E’ DOLOROSO? 

«Assolutamente no. Però dire che quando si mette l’ago non si sente nulla non sarebbe vero, perché l’infissione di per sé non è dolorosa, però la puntura spesso provoca una sensazione vagamente fastidiosa , d’indolenzimento, di peso, che si espande intorno all’ago, che in termini medici si chiama «parestesia».

DOVE SI APPRENDE QUESTA TECNICA? 

«S’impara nelle scuole di agopuntura, che ormai esistono in Italia da più di trent’anni. Sono riservate ai medici e sono attualmente della durata di tre anni». 

CHE ORIGINI HA LA TECNICA? 

«L’agopuntura è una branca della medicina cinese. La medicina cinese aveva numerose branche, un unico corpo diagnostico e terapeutico, però alcune branche. L’agopuntura e la fitoterapia tra queste sono le due più importanti. Poi ci sono anche il massaggio tuina, il taijiquan , il Qigong e altre discipline che qui da noi ultimamente si sono affermate. L’agopuntura e la fitoterapia sono discipline mediche, le altre invece possono anche essere praticate da non medici». 

IN CHE MODO AGISCE SULLA PERSONA PER GUARIRNE I DISTURBI? 

«Agisce attraverso il sistema nervoso ed ha un effetto equilibrante perché raggiunge attraverso il sistema nervoso i centri che governano le varie funzioni dell’organismo e cerca di riportarli ad un funzionamento migliore di quello della malattia, puntando a ripristinare lo stato di salute originario». 

TERAPIA CHE PUÒ ESSERE TENTATA PER QUALSIASI TIPO DI PATOLOGIA? 

«Si usa soprattutto per le patologie funzionali, dove la struttura del corpo è abbastanza integra. Quando una malattia presenta una grossa degenerazione organica, invece, è difficile ripristinare un equilibrio e l’agopuntura in questi casi è meno efficace. Quando la malattia è più funzionale, è più facile ripristinare l’equilibrio».

CHI DEVE TENERSENE ALLA LARGA, OVVERO: CI SONO PERSONE CHE NE POTREBBERO AVERE UN DANNO ANZICHÉ UN BENEFICIO? 

Assolutamente no, ci sono però patologie per cui può risultare inutile.

PER ESEMPIO? 

«Per esempio smetter di fumare, o dimagrire senza ricorrere opportunamente anche a una dieta e ad altri percorsi che possono aiutare la persona a ottenere questo scopo». 

NON SERVE A SMETTERE DI FUMARE? 

«Si parla molto dell’agopuntura per smettere di fumare, anche perché è un grosso business, però se lei guarda in letteratura medica non c’è un solo studio che dimostri l’utilità dell’agopuntura per smettere di fumare. Mentre invece ce ne sono tanti che dimostrano che sulle cefalee funziona, così come sui dolori muscolo-scheletrici, sui disturbi ginecologici e tutta una serie di altre cose. 

Il fumo non è una malattia, è un’abitudine. E l’agopuntura non fa cambiare le abitudini». 

EPPURE MOLTI DICONO DI AVERNE TRATTO GIOVAMENTO CONTRO LA SIGARETTA 

«Guardi, io le posso dire che l’effetto placebo fa miracoli. Un individuo, soprattutto a caro prezzo, può benissimo smettere di fumare, se lo desidera. Quando si desidera il deus ex machina, si desidera il miracolo, va sempre bene. Basta credere. Allora l’agopuntura funziona benissimo, però non è più l’agopuntura a funzionare veramente. Per questo motivo molti abbandonano il fumo dopo essersi sottoposti all’agopuntura. 

Per dimagrire più o meno è la stessa cosa. Perchè una persona ingrassa? O perché ha dei problemi endocrinologici, allora l’agopuntura è difficile che li risolva, oppure perché è ansioso e mangia troppo. Si può dargli un piccolo aiuto, ma se questo paziente non pratica una dieta e non fa movimento, come può dimagrire? L’agopuntura può alleviargli parte dello stress che si compensa con il cibo, ma senza una dieta è difficile perdere peso».

DOPO QUANTO TEMPO SI AVVERTONO GLI EVENTUALI MIGLIORAMENTI? 

«A volte immediatamente, a volte dopo qualche seduta. Comunque non ha molto senso effettuare più di cinque o sei trattamenti di agopuntura se non si hanno avuti risultati in quel periodo, soprattutto nelle patologie dolorose. Mentre invece se lei tratta un’amenorrea ci possono anche voler tre mesi per vedere dei risultati, perché venendo il ciclo una volta al mese, è difficile osservare un cambiamento in tempi brevi. Quindi il tempo è variabile da caso a caso». 

SI GUARISCE DEFINITIVAMENTE OPPURE BISOGNA FARE DEI CICLI? 

«Dipende sempre dal disturbo, se è una cosa episodica, uno guarisce definitivamente, se è una cosa cronica si può ripresentare. L’emicrania per esempio, è una malattia costituzionale, ereditaria; si cura il paziente, si effettua la prevenzione e dopo il paziente migliora, però può succedere che per stress o altri fattori gli ricompaia la cefalea. Trattandolo nuovamente, il paziente può avere ancora sollievo. Se invece si presenta un’epicondilite, il cosiddetto “gomito del tennista”, causata da movimenti errati o eccessivi del gomito, è più facile che il paziente guarisca senza recidivare».

 COM’È IL RAPPORTO TRA AGOPUNTURA E MEDICINA TRADIZIONALE? 

«Ottimo, nel senso che sono due medicine diverse ma che possono diventare complementari. Ci può essere anche una forte integrazione». 

 E’ ACCETTATA ANCHE TRA I COLLEGHI MEDICI O SONO DIFFIDENTI? 

«Io faccio agopuntura dal 1977, da quando ero studente di medicina al quinto anno, quindi sono 39 anni. Da allora ad adesso ci sono stati dei grossi cambiamenti. Per esempio, proprio quest’anno a Torino l’Ordine ha istituito i registri per le medicine non convenzionali. Ha riconosciuto queste medicine e la professionalità di chi le pratica». 

DOVE TROVARE I CENTRI SPECIALIZZATI? 

«Esistono ambulatori di agopuntura convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale all’interno degli ospedali oppure delle Asl. In Piemonte ce ne sono una cinquantina e il trattamento viene erogato pagando un ticket». 

IN QUALI REGIONI IL SISTEMA SANITARIO INTERVIENE SUI COSTI? 

«E’ una situazione molto in divenire, quindi è difficile avere una mappatura chiara e spesso è un po’ a macchia di leopardo. Per esempio, in certe regioni, come l’Emilia Romagna l’agopuntura viene erogata solo per certe patologie, la Lombardia mi sembra che non la passi per niente, in Liguria alcuni ospedali la praticano, ma anche in questo caso, solo per certe patologie. Insomma, bisogna informarsi caso per caso». 

QUANTO DURA UNA SEDUTA? 

«Di solito circa mezz’ora, se si tratta di una prima visita circa un quarto d’ora in più».

I DISTURBI IN ASSOLUTO PIÙ CURABILI CON QUESTA PRATICA 

«Artrosi, sciatalgie, dolori cervicali, epicondiliti, e più in generale, problemi muscolo-scheletrici. E’ molto efficace per: cefalee, sia di tipo emicranico che di tipo tensivo, nevralgie, le nevralgie del trigemino, l’herpes zoster, per problemi di tipo ginecologico, come amenorrea, dismenorrea, infertilità, sindrome del colon irritabile. Funziona molto bene anche per disturbi più emotivi, come ansia, depressione e insonnia e nelle malattie di tipo psicosomatico. 

Poi vede, il paziente che viene per curarsi l’ansia o la depressione spesso è affetto anche delle malattie psicosomatiche».

 QUINDI L’AGOPUNTURA PUÒ ESSERE USATA ANCHE PER I PROBLEMI EMOTIVI? 

«Si, certo. Ansia, depressione, insonnia. L’agopuntura è una medicina che cura la persona nel suo insieme, e ansia e depressione spesso si associano a malattie psicosomatiche. Quindi, il paziente che si avvicina all’agopuntura, accanto ad ansia e depressione, spesso lamenta anche svariati disturbi fisici. Secondo la medicina occidentale un paziente ansioso o depresso viene considerato dal neurologo solamente in base a questi disturbi, senza tener conto di altri problemi, quali ad esempio un reflusso gastro-esofageo, una colite, oppure palpitazioni… si pensa che queste siano due malattie diverse e distinte. Questo modo di procedere però è senza senso, perchè in realtà la persona è unica e indivisibile. Se uno è disturbato emotivamente, spesso tende a somatizzare le emozioni, procurandosi svariati disturbi fisici. Noi agopuntori, curiamo la persona, non solo la malattia. Vede, le malattie sono dei modelli, le persone invece esistono, vengono da noi camminando sulle loro gambe. La malattia non viene mai a farsi visitare, la persona sempre».

LaStampa.it

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