Artrite psoriasica: i biomarcatori possono aiutare a prevedere le riacutizzazioni?

Che cos'è l'artrite psoriasica?

L'artrite psoriasica è una malattia infiammatoria che può colpire chiunque soffra di psoriasi. Si manifesta spesso con dolore articolare, gonfiore, rigidità mattutina o sensibilità nei punti di attacco dei tendini. I sintomi possono manifestarsi in modo intermittente e le riacutizzazioni possono sembrare imprevedibili. La patologia colpisce ogni persona in modo diverso, motivo per cui è importante la diagnosi precoce e il monitoraggio personalizzato.

Che cos'è un biomarcatore?

Un biomarcatore è un segno misurabile di ciò che sta accadendo all'interno del corpo. Può emergere da analisi del sangue, da diagnostica per immagini o anche da analisi genetiche. Nel caso dell'artrite psoriasica, i biomarcatori vengono utilizzati per rilevare l'infiammazione, monitorare l'attività della malattia e, a volte, prevedere quando potrebbe verificarsi una riacutizzazione.

Biomarcatori ematici

Gli esami del sangue sono spesso il primo strumento utilizzato dai medici per cercare segni di infiammazione:

Proteina C-reattiva (CRP) e velocità di eritrosedimentazione (VES)

La CRP e la VES sono due degli esami più comuni. I loro valori aumentano in presenza di infiammazione nell'organismo. Ma c'è un problema: nell'artrite psoriasica, fino al 60% delle persone può avere livelli normali di CRP o VES anche durante una riacutizzazione. Quindi, sebbene siano indicatori utili per alcuni, non sono affidabili per tutti.

Calprotectina

La calprotectina è un marcatore che riflette l'attività delle cellule immunitarie. Livelli elevati di calprotectina nel sangue sono stati collegati a un'infiammazione articolare più attiva nella PsA. Non è ancora un test di routine in tutte le cliniche, ma sta guadagnando attenzione come strumento più sensibile, soprattutto quando i marcatori tradizionali sono normali.

Citochine

Le citochine come il TNF-alfa, l'IL-17 e l'IL-23 sono messaggeri chiave nel sistema immunitario. Spesso sono elevate durante le riacutizzazioni, ma per ora i test per rilevarle vengono effettuati principalmente in ambito di ricerca.

Biomarcatori di imaging

A volte, il modo migliore per vedere l'infiammazione è fotografarla:

Ecografia

L'ecografia può rilevare gonfiore articolare, accumulo di liquidi e aumento del flusso sanguigno nei tessuti, che sono segni di una riacutizzazione. È più sensibile di un esame fisico e può rilevare l'infiammazione anche se non si avvertono sintomi gravi.

Risonanza magnetica

La risonanza magnetica è un altro strumento potente, particolarmente utile se la patologia colpisce la colonna vertebrale o il bacino. Può mostrare l'infiammazione delle ossa e i primi cambiamenti articolari prima che compaiano nelle radiografie. I medici potrebbero raccomandarla quando i sintomi non sono chiari o se non si risponde bene al trattamento.

Questi strumenti di imaging non vengono utilizzati sempre, ma stanno diventando sempre più diffusi, soprattutto nelle cliniche specializzate.

Marcatori genetici ed epigenetici

I tratti genetici non cambiano durante una riacutizzazione, ma possono influenzare il modo in cui l'artrite psoriasica si manifesta e progredisce:

HLA-B27

L'HLA-B27 è un gene che si trova più spesso nelle persone la cui l'artrite psoriasica colpisce la colonna vertebrale. Un risultato positivo al test non significa che si avranno riacutizzazioni più frequenti, ma può aiutare i medici a comprendere il decorso della malattia.

MicroRNA

Si tratta di minuscole molecole che aiutano a regolare l'attività genica. Alcuni studi dimostrano che le persone affette da PsA presentano modelli di microRNA diversi rispetto a quelle affette solo da psoriasi cutanea. Questa ricerca è ancora agli inizi, ma un giorno potrebbe aiutare a identificare chi è a rischio di sviluppare la PsA o a prevedere le riacutizzazioni in modo più preciso.

Cosa ci aspetta?

I ricercatori stanno approfondendo la risposta dell'organismo durante una riacutizzazione e hanno trovato alcune piste promettenti:

Frammenti proteici derivanti dalla degradazione dei tessuti

Frammenti di proteine, come il collagene o la vimentina, sembrano aumentare nel sangue durante le riacutizzazioni della PsA. Questi sono segni che le articolazioni e i tessuti circostanti sono attivamente infiammati o danneggiati. Alcuni di questi marcatori, come la calprotectina degradata, stanno dimostrando un forte potenziale in ambito di ricerca.

Pannelli multi-marcatori

Invece di affidarsi a un solo test di laboratorio o a una sola scansione, la combinazione di diversi biomarcatori, come le proteine del sangue, i risultati delle immagini e persino i modelli genetici, potrebbe fornire un quadro più completo di ciò che sta accadendo nell'organismo. Pensatelo come una “scheda di valutazione” delle riacutizzazioni che i medici potrebbero utilizzare per personalizzare il trattamento in modo più preciso.

Perché è importante

Al momento, la gestione dell'artrite psoriasica dipende spesso da come vi sentite e da ciò che il medico vede durante una visita. Ma i sintomi possono essere lievi e l'infiammazione può covare sotto la superficie. Con biomarcatori migliori, le riacutizzazioni potrebbero essere rilevate prima, possibilmente anche prima che i sintomi inizino, e il trattamento potrebbe essere adeguato prima che la situazione peggiori. Ciò significa meno sorprese, più controllo e risultati potenzialmente migliori a lungo termine.

Punti chiave

• La CRP e la VES sono utili, ma non sempre affidabili nell'artrite psoriasica
• La calprotectina e le tecniche di imaging come l'ecografia o la risonanza magnetica possono rilevare le riacutizzazioni che altri test non riescono a individuare
• La genetica e i microRNA potrebbero un giorno aiutare a prevedere le riacutizzazioni o la progressione della malattia
• Nuovi biomarcatori derivanti dalla degradazione dei tessuti e dall'infiammazione stanno emergendo rapidamente

Come sempre, è importante comunicare bene con il proprio reumatologo. I test sui biomarcatori sono solo un tassello del puzzle, ma questo tassello sta diventando sempre più importante man mano che la ricerca continua a progredire. Se avete notato riacutizzazioni senza chiari fattori scatenanti o se i vostri test non sembrano riflettere come vi sentite, vale la pena parlare con i medici che vi seguono per capire se i nuovi strumenti basati sui biomarcatori potrebbero aiutare a definire la vostra terapia.

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