Sapere leggere le sue analisi di sangue nelle MICI
Pubblicata il 13 mag 2019 • Aggiornato il 17 mag 2019 • Da Andrea Barcia
Quando si è affetto da una malattia cronica dell’intestino, le analisi del sangue possono essere frequenti. Ma conoscete i valori da controllare in questo esame del sangue? Sapete quali esami complementari possono essere necessari? Leggete la nostra guida per i pazienti affetti da rettocolite ulcerosa o dalla malattia di Crohn.
I valori presentati in questo articolo sono valori di riferimento. Però, possono differire a seconda dell'individuo. Riferitevi alle indicazioni del vostro medico.
Le MICI, cosa sono?
Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, comunemente denominate MICI, raggruppano la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Queste due patologie sono caratterizzate da un’infiammazione anormale della parete intestinale. Questa somiglianza patologica spiega che il controllo della malattia di Crohn (analisi dei dati biologici ed endoscopici) sia molto simile di quello della rettocolite ulcerosa.
Il controllo con analisi dei dati biologici
Prevenire una possibile anemia
Perché questo esame?
Un’infiammazione cronica della parete intestinale si traduce nello scarso assorbimento dei minerali ed altre vitamine. Quindi è essenziale di controllare una a due volte all’anno la concentrazione sanguina di ferro, vitamina B9 (acido folico) e vitamina B12 (cobolamine).
I valori usuali
Ferro sierico nell’uomo
70 - 145 µg/dL
Ferro sierico nella donna
50-150µg/dL
Vitamina B9
5 -15 µg/L
Vitamina B12
130-180 ng/L
Una carenza di uno o diversi di questi parametri può tradursi in un difetto di sintesi di globuli rossi (chiamato anche anemia) spingendo ad una scarsa ossigenazione degli organi.
Controllare gli effetti dei trattamenti
Perché questo esame?
Il secondo elemento della sorveglianza biologica nel controllo delle MICI sta nella non tossicità e la buona assimilazione del/dei trattemento/i istituito/i. Nonostante la verificazione e la compatibilità tra paziente e trattamento con azatioprina (AZAFOR®, IMMUNOPRIN®), un controllo della sua tolleranza rimane indispensabile. Così, un controllo regolare del conteggio differenziale ematico e un dosaggio delle piastrine è fatto per evitare ogni rischio di leucopenia (carenza dei globuli bianchi che porta ad un deficit del sistema immunitario).
Valori usuali
Emocromo nell’uomo
4.2-5.7 Milioni/µL
Emocromo nella donna
4.0-5.3 Milioni/µL (donna)
Piastrine
160.000-350.000/mm3
La funzione epatica e la funzione renale
È anche importante di controllare il buono funzionamento epatorenale che può essere danneggiato dai diversi trattamenti (metotrexato…) o aminosalicilati (ASACOL®, ASALEX®,ASAMEX®, ASAVIXIN®, CLAVERSAL®, ENTERAPROCT®, ENTERASIN®, LEXTRASA®, MESAFLOR®, PENTACOL®, PENTAXSA®, PLIMAGE®, PROCTASACOL®). Stiamo per guardare il dosaggio di ALT e della Gamma GT nel sangue per quanto riguarda la funzione epatica e da un’altra parte la creatininemia per quel che concerne la funzione renale.
Perché questi esami?
I valori di ALT e Gamma GT permettono di valutare lo stato del fegato; più i valori sono importanti, più il danno epatico è avanzato. È la stessa cosa per la creatininemia per quanto riguarda la funzione renale. Più il valore in creatininemia è importante, meno efficienti sono i reni.
Valori usuali
ALT nell’uomo
8-35 UI/L
ALT nella donna
6-25 UI/L
Gamma GT nell’uomo
> 45 UI/L
Gamma GT nella donna
> 35 UI/L
Creatininemia nell’uomo
6-12 mg/L
Creatininemia nella donna
4-10 mg/L
Gli esami biologici legati alla corticosteroide
Perché questi esami?
L’introduzione della corticosteroide (trattamento con corticosteroidi) richiede di controllare diversi parametri biologici. Così, un controllo della glicemia a digiuno è fatto una settimana dopo l’introduzione del trattamento (è primordiale nel caso di diabete). Un controllo della densità ossea è anche fatto se il trattamento dura più di 3 mesi. Infine, un esame oftalmico è previsto quando la corticosteroide supera i 6 mesi cumulati.
Valori usuali
Glicemia a digiuno
0.63 – 1.1 g/L (sia 3.5 – 6.1 mmol/L)
Osteodensimetria con un T score
< -1
Quali sono i marcatori dell’infiammazione (CRP, VS)?
Quando l’organismo individua delle sostanze che gli sembrano straniere, crea una strategia di difesa per riconoscerle, distruggerle ed eliminarle: è la reazione infiammatoria. Le cause dell’infiammazione sono multiple: possono essere di origine esterna (batterio, virus, lesione cutanea, colpo…) o interna (malattie autoimmune come le MICI, cancri…)
La Proteina C-Reattiva (CRP) è una proteina infiammatoria, sintetizzata dal fegato, che vede la sua concentrazione ematica aumentare in poche ore nel caso di infiammazione. La CRP svolge un ruolo importante perché permette di mobilizzare ed attivare le difese immunitarie (globuli bianchi) e stimolare il processo di distruzione delle cellule considerate come straniere (fagocitosi). Più il valore della CRP è alto, più la reazione infiammatoria è importante.
Per determinare la velocità di sedimentazione (VS), un tecnico mette i globuli rossi in una provetta e determina la distanza fino alla quale cadono in un dato tempo (in generale un’ora). Nel caso di reazione infiammatoria, il livello del sangue delle proteine dell’infiammazione (tra cui fibrinogeno) aumenta e porta alla formazione di un mucchio di globuli rossi. Più il valore della VS è alto, più gli aggregati sono pesanti e cadono nel fondo della provetta velocemente. L’infiammazione è quindi più importante.
La malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa che possono generare delle spinte infiammatorie, la CRP e la VS sono regolarmente dosate. Però, siccome l’infiammazione può avere delle cause diverse, il vostro medico terrà conto di altri parametri per sospettare una spinta o valutare l’efficienza del vostro trattamento.
Il controllo con esami endoscopici
Perché questi esami?
Il ricorso ad esami complementari ricorrendo a metodi endoscopici (colonscopia, ileocolonscopia…) può essere necessaria per confermare la diagnosi o valutare l’intensità e la gravità di una spinta.
Nel caso di sospetto di displasia precancerosa, una cromoendoscopia (colonscopia con colorazione della mucosa) con biopsie è fatta per analisi e messa in evidenza di possibili lesioni.
I valori usuali sono da attenuare. Prima di tutto, parlatene con il vostro medico!
Se avete già visto un resoconto di un esame di sangue, avete visto che vicino al risultato si trovano dei “valori usuali” o dei “valori di riferimento”, con un limite inferiore e un limite superiore. Per definire questi valori di riferimento, i biologi campionano i dati delle popolazioni in buona salute. Ma, come in ogni analisi statistica, il 5% del campione si trova fuori dal normale. Ecco perché essere leggermente fuori dei “valori di riferimento” non significa sempre che esiste una malattia. Così, di fronte ad un’analisi che sembra “anormale”, non c’è bisogno di preoccuparsi senza averne parlato con il medico generico che vi ha prescritto questi esami del sangue.
Fonti:
- Guida ALD 24 « Crohn » dalla HAS: https://www.has-sante.fr/portail/upload/docs/application/pdf/2008-06/guide_medecin_crohn_web.pdf
- Guida ALD 24 « Rettocolite ulcerosa »: https://www.has-sante.fr/portail/upload/docs/application/pdf/2008-06/guide_medecin_rch_web.pdf
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