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Pazienti Depressione
Pensare un poco a sé stessi
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Tutti i commenti
Sara_B
Animatrice della communityBuon consigliere
Sara_B
Animatrice della community
Ultima attività il 03/11/25 alle 12:22
Iscritto nel 2022
1.534 commenti pubblicati | 189 nel forum Depressione
78 delle sue risposte sono state utili ai membri
Ricompense
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Buon consigliere
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Esploratore
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Amico
Ciao Hopeman,
Grazie per questa condivisione. Probabilmente quella medicazione è un vero e proprio momento di cura e ti aiuta a ricentrarti un po' su te stesso :-)
Buona domenica sera
Sara di Carenity
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Sara
GianluigiT.Psicologo
GianluigiT.Psicologo
Ultima attività il 13/10/25 alle 19:48
Iscritto nel 2025
Interessato a, Ansia cronica - Stress dal 2025
2 commenti pubblicati | 2 nel forum Depressione
Ricompense
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Esploratore
Quello che descrivi è un pensiero molto profondo e una consapevolezza preziosa. Quella pausa forzata, che all’inizio poteva sembrare solo un fastidio, diventa in realtà uno spazio di ritiro e presenza, un momento in cui sei costretto, o forse finalmente autorizzato, a rimanere con te stesso. È come se il corpo ti dicesse: “fermati un attimo, ci sei anche tu”. È interessante come tu abbia colto la differenza tra i pensieri per sé e quelli per gli altri. Spesso viviamo in una sorta di dialogo continuo con il mondo esterno: anticipiamo bisogni altrui, rispondiamo a richieste implicite, costruiamo parti di noi in funzione di ciò che crediamo ci si aspetti, e senza accorgercene perdiamo il confine tra ciò che ci appartiene davvero e ciò che facciamo per mantenere un equilibrio relazionale o sociale. Il rischio, come dici bene, è lo squilibrio: quando il pensiero per gli altri occupa tutto lo spazio, il sé si assottiglia, diventa quasi trasparente, e allora diventa difficile staccare, perché la mente resta costantemente accesa, impegnata a tenere insieme mille fili che non sono sempre i nostri. Quel momento di medicazione, invece, sembra offrirti un atto di cura verso te stesso, non solo fisica ma anche mentale. Ti obbliga a una sorta di presenza quieta, dove puoi ascoltarti senza dover rispondere a nessuno. Forse la chiave è proprio quella: ritagliarsi intenzionalmente momenti in cui il pensiero non deve produrre, rispondere o sistemare nulla, ma solo esserci. Ti direi di accogliere questa consapevolezza come un segnale di maturità interiore. Capire di chi sono i propri pensieri è un passo enorme verso un equilibrio più autentico. E da lì, pian piano, puoi iniziare a ridisegnare i confini, non per chiuderti agli altri, ma per poterti offrire a loro da un luogo più centrato e intero.
Un caro saluto
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Hopeman
Buon consigliere
Hopeman
Ultima attività il 27/10/25 alle 18:59
Iscritto nel 2023
546 commenti pubblicati | 391 nel forum Depressione
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Ricompense
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Amico
@GianluigiT.Psicologo Grazie per queste acute e gentili parole. In effetti devo dire che sto bene anche quando sono in anticamera del medico o quando vado a fare il colloquio psichiatrico. Certo i problemi di salute ci sono, ma quelli sono sono tempi dedicati a me stesso e sono spazi prioritari ed esclusivi. Si potrebbe divenire più consapevoli sulle possibilità che si offrono di impegnarsi per sé stessi. Solo che la motivazione non viene dall'esterno, ma da dentro.
Un cordiale saluto
HM.
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Look around. Guardati intorno!
Luisiana
Luisiana
Ultima attività il 30/10/25 alle 07:05
Iscritto nel 2015
83 commenti pubblicati | 21 nel forum Depressione
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Ricompense
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Messaggero
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Esploratore
@GianluigiT.Psicologo La meditazione è molto utile per pensare a se stessi e dedicarcisi. è molto utile anche per capirsi.
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Giuliana Merli
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Hopeman
Buon consigliere
Hopeman
Ultima attività il 27/10/25 alle 18:59
Iscritto nel 2023
546 commenti pubblicati | 391 nel forum Depressione
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Ricompense
Buon consigliere
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Messaggero
Esploratore
Amico
Mi spiego con un paradosso. A volte devo fare una medicazione che mi tiene immobilizzato per 20 minuti. È fastidiosa, ma mi sono accorto che mi permette di staccare. Devo pensare a me stesso, devo concentrarmi su quello che sto facendo, e alla fine lo faccio volentieri. Rifletto: quanti dei miei pensieri esistono per rispondere a qualcun altro, quante preoccupazioni non dipendono da me ma da qualcun altro? Di ogni pensiero posso dire: ma è per me o è per altri? Certo pensare agli altri è una cosa necessaria, ma non ci può essere troppo squilibrio, cioè dimenticare se stessi e i propri bisogni, posticipandoli alle necessità dell'ambiente. In questo modo è anche difficile staccare la mente dagli impegni e non ci si spiega perché. Probabilmente occorre capire i limiti che bisogna porre a questo bilancio.