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Tumori, caccia alle cellule “ghiro” per snidare la malattia dopo la chemioterapia
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barbara56
Buongiorno sono una signora ligure , affetta da adenocarcinoma polmonare. Premetto che non ho mai fumato, sono astemia e ho sempre seguito la dieta mediterranea . Da un'indagine molecolare si e' scoperto la mutazione di un gene:EGFR. Per questo non faccio chemioterapia ma assumo il farmaco biologico: Giotrif. Qualcuno sa dirmi qualcosa in piu' in merito?
Baptiste
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03/07/19 | Testimonianza
Tumore dell’ovaio: scoprite la medicina personalizzata, lontana dalla chemioterapia tradizionale
Baptiste
Animatore della communityA questa nuova pagina della lotta contro i tumori, già considerata importantissima dagli esperti, è dedicato il convegno che si apre oggi a Montreal, in Canada.
La battaglia della ricerca contro i tumori fa un altro passo avanti. C’è una nuova strategia allo studio per snidare i tumori dopo la chemioterapia: si cercano le cellule “ghiro”, cioè le cellule tumorali che si addormentano senza dare apparentemente segnali della loro esistenza, ma che risvegliandosi generano metastasi, provocando ricadute nella malattia.
Le cellule dormienti si staccano da un tumore nella fase iniziale di sviluppo e viaggiano attraverso i vasi sanguigni verso nuovi siti del corpo. Appena trovano un ‘nascondiglio’ si mettono in letargo, fino a quando un interruttore, ancora sconosciuto, le ‘risveglia’. Solo allora iniziano a dividersi e formano un nuovo tumore.
Per Ilaria Malanchi, del britannico The Francis Crick Institute che presenterà la sua ricerca in Canada, la sfida è duplice: “Bisogna capire – ha detto all’Ansa – che cosa può portare al risveglio delle cellule dormienti e da cosa dipendono per sopravvivere mentre sono in quello stato”. Per esempio la ricercatrice ha scoperto che la sopravvivenza delle cellule tumorali dipende da cambiamenti indotti nelle cellule del tessuto normale che le circondano e che diventano parte integrante della crescita tumorale. Scovare le cellule silenti, “è un cambiamento importante del nostro approccio” ha rilevato Fabrizio d’Adda di Fagagna, dell’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (Ifom) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Dopo aver controllato il tumore iniziale – ha aggiunto – ci permette di andare al livello successivo, cioè controllare gli eventi secondari scatenati da queste cellule”.
Il Fatto Quotidiano