Vaccini contro COVID-19 e le sue varianti: facciamo il punto!
Pubblicata il 31 mar 2021 • Da Clémence Arnaud
Il Sars-CoV-2 è responsabile di una pandemia globale. Per combattere questo virus, sono stati sviluppati dei vaccini con l'obiettivo di creare un'immunità collettiva. Mutazioni di questo virus sono emerse negli ultimi mesi e alcune di esse stanno causando preoccupazione.
Cos'è una variante del coronavirus? Quali vaccini sono disponibili e per chi? I vaccini permettono di combattere tutte le varianti del COVID-19?
Vi diciamo tutto nel nostro articolo!
Quale vaccino per quale categoria di età?
La campagna di vaccinazione contro il coronavirus è iniziata con 3 vaccini disponibili sviluppati dai laboratori Pfizer®, AstraZeneca® e Moderna®. Sono state messe in atto delle raccomandazioni per permettere a un numero massimo di persone di essere vaccinate.
Il vaccino contro il COVID-19 sviluppato da AstraZeneca® era all'inizio dell'anno riservato alle persone sotto i 75 anni. Ora è possibile per le persone oltre i 75 anni di età, come per tutte le altre categorie della popolazione, essere vaccinate con questo vaccino. Non ci sono più restrizioni di età per l'uso di un vaccino o di un altro. In una seconda fase, questo vaccino potrebbe essere somministrato a tutti i gruppi di popolazione. Dopo un breve periodo di sospensione di questo vaccino, l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha concluso che il vaccino è efficace e sicuro. Secondo la versione del 19 marzo 2021 e il parere dell'Autorità Nazionale Francese per la Salute (HAS), solo le persone di età superiore ai 55 anni possono essere vaccinate con il vaccino AstraZeneca® a causa del rischio di trombosi venosa cerebrale e coagulazione intravascolare disseminata.
Il 13 marzo 2021 è stato diffuso il Piano del Commissario straordinario per l’esecuzione della campagna vaccinale nazionale. Elaborato in armonia con il Piano strategico nazionale del Ministero della Salute, fissa le linee operative per completare al più presto la campagna vaccinale.
Link: Piano vaccini anti Covid-19
Vaccinazione e casi particolari
- Donne incinte: esistono pochi dati in questa categoria. Si raccomanda di consultare un professionista della salute (medico, ostetrica o ginecologo) per valutare la situazione e il beneficio/rischio della vaccinazione caso per caso.
- Persone che sono state contaminate dal COVID-19: quando vengono contaminate dal coronavirus, queste persone sviluppano un'immunità che dura nel tempo. Si raccomanda di non vaccinare le persone che sono state infettate nei 3 mesi precedenti o che hanno sintomi persistenti.
- Casi di contatto: i casi di contatto non devono essere vaccinati finché non hanno ricevuto un test PCR negativo.
I vaccini di fronte alle diverse varianti di COVID-19
L'epidemia di Sars-Cov-2 è un fenomeno globale da più di un anno. La comparsa di varianti rende la lotta contro il virus ancora più complessa. Infatti, è importante rilevare queste varianti e studiarle per poter anticipare le potenziali conseguenze che possono avere sulla popolazione.
Una variante corrisponde a un organismo che differisce dal virus originale (in questo caso Sars-CoV-2) per diverse mutazioni. Una mutazione è la sostituzione di una base di RNA (nel caso dei virus RNA) con un'altra durante un errore di replicazione, che risulta nella modifica dell'amminoacido corrispondente sulla proteina codificata dal gene mutato. Questa mutazione può risultare in una sostituzione (un aminoacido ne sostituisce un altro), una delezione (un aminoacido viene perso), un'inserzione (un nuovo aminoacido viene introdotto nella proteina), una duplicazione (un aminoacido viene ripetuto anormalmente), ecc.
Non tutte le varianti del virus COVID-19 sono più virulente o più contaminanti del virus originale. Quelle che terremo particolarmente d'occhio sono le cosiddette "varianti di interesse". Questi sono o più contagiosi, più virulenti, o possono dimostrare la fuga immunitaria.
Le tre varianti di cui abbiamo molto sentito parlare sono:
- la variante britannica chiamata anche "variante 501Y.V1": questa variante si è diffusa dal sud-est del Regno Unito e contiene circa 23 mutazioni con il coronavirus iniziale. Questa variante è del 50-70% più contagiosa del Sars-CoV-2 originale, ma senza alcun cambiamento nella sua virulenza. La preoccupazione principale si basa sulle mutazioni che hanno un impatto sulla struttura della proteina Spike. Questa proteina permette al virus di entrare e infettare le nostre cellule. È anche l'obiettivo dei vaccini sviluppati dalle aziende farmaceutiche. Inoltre, questa variante non è stata rilevata da alcuni test PCR, dando luogo a falsi negativi.
- la variante sudafricana chiamata anche "variante 501Y.V2": anch'essa presenta mutazioni della proteina Spike e sarebbe più trasmissibile della variante iniziale. Casi di ricontaminazione sono stati osservati anche con questa variante. Il vaccino AstraZeneca® non sembra essere sufficientemente efficace contro questa variante. I vaccini a RNA messaggero Pfizer® e Moderna® sembrano essere efficaci contro questa variante.
- la variante brasiliana chiamata anche "variante 501Y.V3": le mutazioni in questo ceppo sembrano dargli una maggiore trasmissibilità così come una maggiore resistenza all'immunità.
In Italia la variante brasiliana sembrerebbe essere più rappresentata rispetto a quella sudafricana: la sua prevalenza sarebbe del 4,3% con punte superiori al 30% in alcune zone del centro, mentre la sudafricana sarebbe “ferma” allo 0,4%.
L'emergenza di queste varianti sta spingendo le aziende farmaceutiche a continuare la ricerca sui vaccini esistenti e futuri.
Siete stati vaccinati contro il coronavirus? Cosa pensate dei vaccini disponibili?
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