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Avere mille impegni tiene il cervello giovane
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giupipino
Buon consigliere
giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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A mio parere, le capacità cognitive nelle persone anziane dipendono non tanto da quanto riescono a tenersi impegnate in attività frenetiche, ma dipendono da molte cose diverse:
1) sentirsi amati, e amare qualcuno (che non necessariamente deve essere il figlio o il coniuge, ma può essere semplicemente il prossimo: attività di volontariato, oppure può essere addirittura un animale domestico)
2) sentirsi utili (perciò prendersi cura di figli o nipoti, impegnarsi in attività politiche o sociali)
3) mantenere sano il cervello. La salute del cervello dipende soprattutto dalla ossigenazione. Perciò occorre un movimento sistematico quotidiano di almeno un'ora che mantenga una buona circolazione del sangue e della linfa.
4) mantenere sano il corpo. Perciò prevenire malattie che a lungo andare hanno effetti invalidanti, come il diabete, l'artrosi e la gotta. Per fare ciò è essenziale una dieta priva di zuccheri raffinati. Priva di grassi saturi e povera di colesterolo (è sufficiente quello prodotto dall'organismo). Priva di latte (ricchissimo di grassi saturi, di ormoni e di lattosio, che è uno zucchero). Priva di carni rosse e di formaggi stagionati, anche questi ricchissimi di grassi saturi. Povera di carboidrati e ricca di fibre vegetali. Queste ultime contenute in abbondanza nei legumi. Ricca di pesce (almeno tre volte a settimana), da cui trarre le proteine nobili e gli Omega3.
5) assumere gli integratori che forniscano all'organismo le vitamine e i sali minerali che i nostri cibi da supermercato in gran parte hanno perso. Essenziali al fine dell'efficienza cerebrale sono gli OMEGA 3, che contribuiscono in modo decisivo all'abbassamento del colesterolo e dei trigliceridi.
6) mantenere impegnato il cervello con lo studio e la lettura. Tutte le grandi menti, da Galileo, a Newton, a Cartesio, ad Einstein, hanno continuato a studiare e lavorare fino all'ultimo, dimostrando che una mente attiva può aiutare il corpo a mantenersi giovane, e il corpo può aiutare la mente a mantenersi attiva.
7) imparare a conoscere ed amare la Natura. Anche se oggi non è di moda, e tutti sembriamo avercelo dimenticato, noi siamo figli della Natura, che, da Madre amorevole, ci fornisce tutto quello di cui abbiamo bisogno, nella salute e nella malattia. Basta conoscerla e usarla.
Ex membro
Non sono d'accordo, la trovo una forma di inquinamento data dal continuo
desiderio di competizione della societa' che va oltre . E poi il cervello ha
bisogno di ritmi + natural per mantenersi giovane e di riposo dallo stress
continuo. Impegnarsi mentalmente va bene ma seguendo quello che ti senti
di fare e la giusta disponibilita' che senti di avere . E poi e'importante distrarsi
con altri mezzi come la musica, cercare se possibile di sorridere , non
dimenticarsi che l'ironia aiuta a vivere e che non sia-
mo macchine pronte a raggiungere il traguardo.
Ex membro
Grazie @fail64 grazie @giupipino per i vostri commenti che permettono di mettere in prospettiva il messaggio contenuto nell'articolo. Io credo che l'occupazione sia un fattore importante, ma effettivamente non il solo. E comunque concordo che l'articolo del Sole24Ore probabilmente sbaglia nella scelta di parole come "frenetico", che veicolano un'immagine decisamente negativa. Grazie
Ex membro
Interessantissimo articolo !!!! Altrettanti complimenti ai commenti che hanno completeto il quadro
Ex membro
io ho diversi hobby musica, guardare film, colleziono varie cose, disegno
lisailcognome
Membro AmbasciatoreBuon consigliere
lisailcognome
Membro Ambasciatore
Ultima attività il 09/02/22 alle 03:26
Iscritto nel 2015
278 commenti pubblicati | 7 nel gruppo Rassegna stampa
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Anche sotto anestesia, il nostro cervello rimane vigile
Secondo un team di ricercatori finlandesi, sotto anestesia totale alcune parti del nostro cervello sono in grado di elaborare sensazioni dell’ambiente circostante, anche se spesso al risveglio non ci si ricorda nulla
Per molti di noi, il solo sentire “anestesia generale” può essere motivo di puro spavento e panico. Se da una parte, infatti, sappiamo che grazie all’anestesia non sentiamo alcun dolore durante un’operazione, dall’altra il fatto di non essere coscienti può farci sentire a disagio e spaventare. Ma ora, secondo un studio di un team di ricercatori finlandesi dell’Università di Turku, appena pubblicato su Anesthesiology, non sarebbe proprio così: quando si tratta di alcuni anestetici, il nostro cervello rimane in un stato simile a quello del sonno, molto più di quanto abbiamo pensato finora. Lo studio, infatti, suggerisce che alcune parti del nostro cervello sono ancora in grado di elaborare sensazioni dall’ambiente circostante, anche se il paziente sotto anestesia non può ricordare nulla al momento del risveglio. “L’insensibilità non equivale all’incoscienza – spiegano i ricercatori – in quanto si possono avere esperienze coscienti senza avere una reattività comportamentale”.
Per capirlo, il team di ricercatori ha messo a confronto gli effetti neurologici di una coppia di farmaci comunemente usati per l’anestesia. Finora i dettagli su come questi farmaci cambiano effettivamente le funzioni del cervello sono rimasti ancora molto poco chiari. Molte ricerche precedenti, infatti, erano riuscite solamente ad associare le onde cerebrali con gli stati di coscienza durante l’anestesia.
Le registrazioni cerebrali, precisiamo, si classificano in onde alfa, beta e delta, e vengono utilizzate per determinare quando il cervello è sveglio oppure addormentato.
https://www.wired.it/scienza/lab/2018/07/05/anestesia-cervello-vigile/
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Lisa
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Ex membro
Dopo i 50 anni, mantenersi sempre occupati potrebbe aiutare a rafforzare le facoltà cognitive.
Avere mille impegni aiuta il cervello a restare giovane. Gli ultracinquantenni che hanno uno stile di vita frenetico, infatti, hanno capacità cognitive più efficienti rispetto ai loro coetanei meno indaffarati. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in aging neuroscience dai ricercatori dell’Università del Texas di Dallas (Usa), diretti da Sara Festini, che osserva: “Abbiamo osservato che le persone che durante il giorno svolgono molte attività mostrano migliori performance cerebrali”.
Gli autori hanno chiesto a 330 persone, di età compresa tra 50 e 89 anni, di descrivere le loro abitudini quotidiane. Successivamente, li hanno invitato a eseguire una lunga serie di test cognitivi. Al temine dell’esperimento, hanno scoperto che a qualsiasi età e indipendentemente dal livello d’istruzione, uno stile di vita ricco d’impegni è associato a migliori performance cerebrali.
È infatti emerso che i partecipanti che durante il giorno risultavano più occupati, mostravano una maggiore velocità di elaborazione, una memoria di lavoro più elevata, un vocabolario più ampio e capacità di ragionamento più efficienti. In particolare, l'associazione più forte è stata riscontrata tra una vita frenetica e una migliore memoria episodica, ossia la capacità di ricordare eventi specifici che si sono verificati in passato.
I risultati dello studio sono significativi, secondo i ricercatori, ma non dimostrano che uno stile di vita impegnato migliori direttamente le facoltà cognitive. È possibile, infatti, che le persone cerebralmente più attive tendano maggiormente a tenersi occupate. Oppure abitudini frenetiche e capacità cerebrali potrebbero rafforzarsi a vicenda. Ma gli autori sottolineano che avere molto da fare costringe le persone a esporsi a maggiori stimoli. Di conseguenza, offre più opportunità d’imparare nuove informazioni e di affrontare situazioni diverse. A sua volta, spiegano, l’apprendimento rafforza le abilità cognitive, in particolare la memoria.
IlSole24Ore.com