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Estate: ecco quali sono le cinque malattie più comuni (e come ci si può difendere)

Pubblicata il 18 lug 2016

Estate: ecco quali sono le cinque malattie più comuni (e come ci si può difendere)

Con il caldo fanno la loro comparsa batteri, funghi e parassiti, causando infezioni cutanee, gastroenteriti e intossicazioni. E non bisogna dimenticare le punture d’insetto, che possono scatenare allergie, le reazioni da contatto causate dalle meduse e i colpi di calore. Ecco come prevenire (o eventualmente affrontare) gli eventuali malanni tipici del periodo estivo.

Infezioni, gastroenteriti, allergie. Infezioni cutanee, gastroenteriti e intossicazioni alimentari, allergie da punture d’insetto, reazioni da contatto causate da meduse e tracine (o pesci ragno), colpi di sole e colpi di calore: sono queste le malattie più comuni d’estate, complici il caldo, il mare o piscine e la vita all’aperto. «Sebbene alcuni agenti eziologici, come l’influenza, il virus respiratorio sinciziale e il Rhinovirus, scompaiano quasi del tutto, altri agenti patogeni prendono il sopravvento, come batteri, funghi e parassiti che sono tra i maggiori responsabili delle infezioni che colpiscono grandi e piccini nel periodo estivo» sottolinea Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria ad alta intensità di cura della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico dell’Università degli Studi di Milano e presidente di WAidid, Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici.

1. Infezioni cutanee. L’impetigine è un’infezione batterica molto contagiosa che colpisce più spesso i bambini. È causata dallo streptococco beta-emolitico di gruppo A o, più raramente, dallo stafilococco aureo. Causa vescicole-bolle che si risolvono nel giro di 4-8 giorni. «Nelle forme più lievi e superficiali è sufficiente un trattamento locale con antisettici e antibiotici topici da applicare 2-3 volte al giorno e per almeno una settimana dopo la scomparsa delle lesioni. Il trattamento antibiotico per via orale è necessario quando le lesioni sono più estese o profonde (piodermite diffusa) o se il bambino è immunodepresso: in questi casi il farmaco più indicato è l’amoxicillina + acido clavulanico che deve essere sempre prescritto dal pediatra» spiega Susanna Esposito.

La micosi delle dita di piedi e mani è un’infezione causata da due funghi del genere Trichophyton: T. rubrum e T. interdigitalis. È piuttosto contagiosa ed è favorita dalla frequentazione di luoghi pubblici e dallo scarso rispetto delle buone norme igieniche. Le micosi sono caratterizzate da chiazze eritemato-squamose localizzate soprattutto sotto la pianta dei piedi o palmo delle mani e inmezzo alle dita, che causano prurito e fastidio. Il trattamento è locale con l’utilizzo di creme a base di sostanze anti-micotiche da applicare 2 volte al giorno per almeno 14 giorni. La terapia per via orale va riservata ai casi in cui c’è resistenza alla terapia locale, in cui le lesioni sono più estese o in caso di interessamento dei peli (il follicolo pilifero non è raggiungibile dai farmaci topici). È fondamentale prevenire le micosi utilizzando ciabatte in gomma da indossare sempre a bordo piscina, nella doccia e nello spogliatoio ed evitando di scambiare con altri teli, asciugamani e spazzole.

2. Gastroenteriti, diarrea del viaggiatore e intossicazioni alimentari. La gastroenterite di origine infettiva, dovuta a virus come il Rotavirus, Norovirus, Adenovirus e batteri come Escherichia coli, Salmonella, Shigella e Campylobacter, rappresenta una causa importante di possibile disidratazione. Soprattutto E. coli può essere implicato nella cosiddetta “diarrea del viaggiatore”, così come alcuni parassiti (Giardia, Entamoeba histolytica, Cryptosporidium spp.) soprattutto in determinate aree geografiche: la maggior parte dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, l’America Centrale e il Medio Oriente.

Epatite A: si trasmette per via oro-fecale ed è endemica nei Paesi in via di sviluppo. Può essere trasmessa da frutti di mare non adeguatamente cotti. «L’infezione può essere asintomatica oppure causare diarrea e nausea, in ogni caso i soggetti colpiti eliminano il virus con le feci soprattutto nelle prime due settimane, rendendo possibili i contagi. Per i bambini che si recano in viaggio in Paesi in cui è endemica l’epatite A, è utile la vaccinazione» afferma Susanna Esposito.

Salmonella species: le Salmonelle non tifoidee sono batteri presenti tutto l’anno. Il veicolo principale è rappresentato da prodotti di origine animale (uova, pollame), occasionalmente altri cibi (frutta, verdura, cereali) oppure acqua, contaminati da animali infetti. Le forme tifoidee (Salmonella typhi, Paratyphi A, Paratyphi B) sono endemiche in alcuni Paesi, soprattutto in Asia: i bambini che hanno soggiornato in queste aree possono presentare sintomi gastrointestinali e febbre.
Stafilococco aureo: questo batterio è responsabile di intossicazioni alimentari, che si manifestano entro 24–48 ore dall’assunzione di un alimento contaminato, con diarrea, vomito, dolori addominali, raramente febbre. In generale, quando si viaggia in zone con scarse condizioni igieniche, è importante bere solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta sbucciata, evitare sempre il ghiaccio e cibi potenzialmente a rischio come molluschi e mitili crudi, non condividere posate e stoviglie, lavare sempre le mani con acqua e sapone.

3. Allergie da punture di insetto. Le punture di insetto, api e vespe, causano reazioni che variano da una semplice eruzione allo choc anafilattico che, sebbene raro, può mettere il soggetto in pericolo di vita. Altre punture di insetto, come quelle delle zanzare, devono comunque essere prese in seria considerazione e per quanto possibile prevenute. Le zanzare del genere Aedes trasmettono Zika, dengue e chikungunya, quelle del genere Anopheles trasportano il Plasmodium, che provoca la malaria. Nella maggior parte dei casi le reazioni che si riscontrano dopo una puntura di insetto sono: arrossamento, gonfiore nella zona della puntura, fastidio o dolore che si risolvono in 5-10 giorni; febbre e sensazione di malessere, ma destinati a scomparire abbastanza rapidamente. «In tutti questi casi è sufficiente una pomata a base di anti-istaminici e se c’è febbre e molto dolore un banale antifebbrile, come paracetamolo o ibuprofene. Nei casi gravi (choc anafilattico) è fondamentale un intervento tempestivo: la somministrazione di adrenalina, ossigeno e fluidi per via endovenosa e l’esecuzione di esami di laboratorio volti a confermare la sensibilizzazione al veleno» sottolinea Susanna Esposito.

4. Reazioni da contatto causate dalle punture di meduse e tracine. La Pelagia nucticola è una medusa abbastanza velenosa ed è la più diffusa nel Mediterraneo. Le tracine (o pesci ragno) sono pesci che si trovano sotto la sabbia, vicino alla riva. Le punture di medusa provocano dolore bruciante e prurito intenso; le punture di tracina causano un dolore intenso che può persistere per alcune ore. Dopo una puntura di medusa, è necessario disinfettare con acqua di mare e poi con bicarbonato, medicando poi la parte con un gel a base di cloruro d’ alluminio; nel caso di puntura da tracina, mettere subito il piede sotto la sabbia calda o tamponare con acqua bollente.

Cosa non fare: sul sito di puntura non usare ammoniaca, limone, aceto, o alcol; non strofinare o grattare perché si corre il rischio di mandare in circolo le tossine; non utilizzare pinzette per rimuovere eventuali frammenti di tentacoli perché la lacerazione di tessuti provocherebbe la fuoriuscita di tossine; non disinfettare con acqua dolce, troppo fredda o ghiaccio.

5. Colpi di sole e colpi di calore. Il colpo di sole è legato all’esposizione diretta ai raggi solari. Comporta un aumento della temperatura corporea oltre i 38 gradi e può associarsi a scottature. Il colpo di calore, invece, si manifesta quando la temperatura esterna è molto alta e una persona non riesce efficacemente a disperdere calore. A volte il colpo di calore si sovrappone a quello di sole. I più a rischio sono i bambini, tanto più quanto più sono piccoli. Per evitare i colpi di sole e di calore è importante evitare l’esposizione prolungata, soprattutto nelle ore più calde e in assenza di un’adeguata protezione, soprattutto della testa. Tra i sintomi: febbre, cefalea, nausea, irritabilità, confusione mentale, e, nei casi più gravi, perdita di coscienza e collasso cardio-circolatorio.

Corriere.it

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