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Fibromialgia e disturbi cognitivi: cosa c'è da sapere!

Pubblicata il 16 giu 2023 • Da Candice Salomé

La fibromialgia è una patologia cronica caratterizzata da dolori muscolari diffusi o sensazioni di bruciore che vanno dalla testa fino ai piedi, accompagnati da forte stanchezza. I pazienti riferiscono anche altri sintomi di natura cognitiva: problemi di memoria, attenzione, linguaggio, "fibro-fog", e altro ancora...

Quali sono i problemi cognitivi legati alla fibromialgia? Perché compaiono? Cosa si può fare per trattarli?

Ve ne parliamo nel nostro articolo! 

Fibromialgia e disturbi cognitivi: cosa c'è da sapere!

Che cos'è la fibromialgia?

La fibromialgia, nota anche come sindrome fibromialgica, è una malattia cronica caratterizzata da dolori diffusi costanti (muscolari e/o articolari) e sensibilità alla pressione in determinati punti. Questi dolori sono generalmente associati a stanchezza importante, disturbi del sonno, sintomi depressivi e disturbi d'ansia (la depressione e l'ansia sono 4 volte più frequenti nei malati di fibromialgia rispetto alla popolazione generale).

In alcuni casi, i pazienti lamentano anche mal di testa, mal di stomaco, dolore alla mascella, minzione frequente, mestruazioni dolorose o formicolio alle dita delle mani o dei piedi.

I pazienti avvertono un dolore continuo in tutto il corpo per diversi mesi. Stimoli solitamente indolori possono provocare dolore, mentre un dolore normalmente sopportabile può essere percepito come intenso dai pazienti fibromialgici.

Questi sintomi comportano hanno un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti.

In più dell’80% dei casi, la fibromialgia colpisce le donne tra i 30 e i 55 anni. Spesso compare intorno a periodo della menopausa.

In Italia, il numero di malati di fibromialgia è stimato a circa 2 milioni di persone

Quali sono i problemi e sintomi cognitivi associati alla fibromialgia?

La fibromialgia è una delle principali cause di dolore cronico diffuso. Il dolore è il segno distintivo di questa patologia, ma c’è una complessa varietà di sintomi che la caratterizzano. I pazienti affetti da fibromialgia possono infatti lamentare disturbi cognitivi.

I disturbi cognitivi sono spesso indicati dai pazienti fibromialgici come ancora più invalidanti rispetto ai sintomi legati al dolore. Si tratta di problemi di memoria a breve e lungo termine, riduzione della capacità di attenzione e concentrazione e difficoltà a trovare le parole giuste quando si parla. Questi sintomi sono comunemente chiamati "fibro-fog".

Una revisione della letteratura è stata presentata sulla rivista Psychosomatic Medicine. I ricercatori hanno esaminato i principali database medici e analizzato gli studi pubblicati sull'argomento fino a settembre 2017. Hanno selezionato 23 studi caso-controllo per un totale di 2.096 partecipanti per poter effettuare una meta-analisi. Tutti questi studi hanno utilizzato test neuropsicologici e scale di riferimento per valutare le prestazioni cognitive dei pazienti con fibromialgia e dei pazienti del gruppo di controllo sani.

Questa meta-analisi ha fatto emergere che:

  • La funzionalità cognitiva era significativamente più bassa (-13%) nei pazienti con fibromialgia, rispetto ai soggetti sani,
  • Gli effetti del declino cognitivo riguardano principalmente l'apprendimento, la memoria, l'attenzione e la velocità psicomotoria,
  • Un effetto più moderato della malattia è stato osservato sulla funzione esecutiva e sulla memoria di lavoro,
  • Esiste un legame tra l'età dei pazienti, il numero di anni trascorsi dalla diagnosi e i livelli di disfunzione cognitiva,
  • I punteggi di depressione e ansia erano più alti quando il deterioramento cognitivo era maggiore.

Tuttavia, in base agli studi che hanno cercato un legame tra la gravità del dolore e il grado di disfunzione cognitiva, non è stata identificata alcuna correlazione. Ciò significa che l'attenzione, la memoria e l'elaborazione delle informazioni non sono necessariamente correlate ai livelli di dolore del paziente. 

Come viene trattato il declino cognitivo legato alla fibromialgia? 

I disturbi cognitivi derivano da un declino di una o più funzioni cognitive, con ripercussioni più o meno gravi su una serie di attività quotidiane.

In alcune malattie neuromuscolari, i problemi cognitivi specifici sono spesso la conseguenza della malattia stessa e/o possono essere legati alle condizioni di vita e di assistenza del paziente (stanchezza, stress, ansia, ecc.).

La gestione cognitiva consiste quindi nel rieducare le funzioni cognitive indebolite, nel mantenere quelle operative per compensare quelle in declino e nel mettere in atto strategie per superare le difficoltà esistenti al fine di "imparare a fare le cose diversamente".

Il termine "cognitive remediation" è utilizzato per descrivere questa specifica forma di assistenza. Essa permette ai pazienti di imparare a gestire l'impatto dei disturbi cognitivi sulla loro vita quotidiana. L'obiettivo non è quello di curare, ma di consentire ai pazienti affetti da fibromialgia di funzionare in modo ottimale e di migliorare la loro qualità di vita.

Si tratta di un processo a lungo termine che spesso richiede il coinvolgimento di un'équipe multidisciplinare: un neuropsicologo, un logopedista, un terapista occupazionale e talvolta un terapista psicomotorio. Ognuno di questi professionisti della salute si concentra su aspetti cognitivi diversi.

Sono necessari diversi mesi o addirittura diversi anni di lavoro per vedere migliorare le capacità cognitive. Il recupero cognitivo prevede sessioni regolari, frequenza assidua e allenamento quotidiano a casa. La terapia risulta efficace solo se viene seguita correttamente.

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