Le amicizie di fronte alla malattia: quali sopravvivono, quali finiscono?

@tania15 Non bisogna mai pensare che quelli che si definiscono amici lo siano veramente. Noi siamo un gruppo di dodici persone che si stimano e sono amici da una quarantina di anni. Quando ci incontriamo, più raramente di prima per via di traslochi in città distanti, ci sembra di esserci lasciati il giorno prima. Non posso dire la stessa cosa di persone con le quali ho condiviso per anni un aiuto ai più deboli ed immigrati, tanta superficialità, appartenenza al gruppo solo per farsi belli alla cittadinanza. Per motivi di salute ho dovuto trasferirmi in un'altra città e non ho ricevuto da loro nemmeno una telefonata nonostante abbia lasciato le mie schede di insegnamento per persone appena giunte in Italia, con il metodo delle foto che contano molto più di mille parole. Chissà se continuano col mio metodo o con l'insegnamento degli articoli e le regole grammaticali utili solo se parli già la nostra lingua. Io chiamo, prendo nota dei nipotini che nascono, mi ricordo dei loro malanni; da loro non mi aspetto nulla, sono solo persone con le quali ho condiviso un pezzo di vita, la parola amici la tengo per persone che la meritano di più.