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Anziani non autosufficienti, in Italia sono 2,5 milioni

Pubblicata il 30 mag 2016

Anziani non autosufficienti, in Italia sono 2,5 milioni

Per garantire una risposta adeguata alle esigenze dei disabili, occorre potenziare l'assistenza sanitaria e socio-assistenziale.

In Italia ci sono 2,5 milioni di anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti. E il numero sembra destinato a crescere. In meno di 40 anni, infatti, gli over 75 dovrebbero passare da 6,7 a 10,5 milioni. È quanto emerge dal 5° rapporto “Assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia”, realizzato dall’Irccs Inrca – lstituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani – di Ancona e dal Network per la non autosufficienza (Nna). Il documento, che cerca di fornire un quadro aggiornato sul fenomeno della non autosufficienza, è stato presentato durante la II Conferenza interregionale sulle “Strategie assistenziali per la non autosufficienza”, che si è tenuta dal 20 al 21 maggio a Jesi su iniziativa dell’Inrca e in collaborazione con le Commissioni Sanità dei Consigli regionali di Marche, Umbria e Toscana.

 Dal rapporto emerge che il quadro dei servizi di assistenza continuativa (Long term care) risulta frammentato e non appare in grado di assicurare una risposta adeguata in ogni circostanza. Spesso, infatti, sono le famiglie a doversi fare carico dell'assistenza ai malati, prestano loro le cure necessarie o pagando di tasca propria l’assunzione di assistenti familiari o il soggiorno presso le strutture residenziali. Secondo gli esperti, occorre modificare questa situazione. In futuro l'assetto sociale non potrà più sopperire alle carenze strutturali dei servizi formali di assistenza, anche in seguito ai mutamenti intervenuti nelle strutture delle famiglie.

Il documento evidenzia che le aree in cui gli anziani non autosufficienti hanno maggiore bisogno di aiuto sono la cura della casa (55%) e l’organizzazione dell’assistenza (52%). Ma necessitano anche di sostegno psicologico (42%) e di cure sanitarie (42%). Per offrire una risposta adeguata alle loro esigenze, gli esperti ritengono che sarebbe opportuno potenziare i servizi di riabilitazione e formare personale sanitario specializzato nell’assistenza. Inoltre, potrebbe essere opportuno distribuire in modo più efficiente i fondi destinati al settore. Attualmente, infatti, la spesa pubblica per la non autosufficienza ammonta a 20,5 miliardi di euro, di cui il 50% è destinato all’indennità di accompagnamento, il 35% alla spesa sanitaria e il 15% ai servizi sociali. 

“Per attuare strategie efficaci che consentano una migliore presa in carico dell’anziano, è fondamentale conoscere il contesto in cui si opera – ha spiegato Gianni Genga, Direttore generale dell’Inrca -. L’Italia è l’unico fra i grandi Paesi europei a non aver riorganizzato il sistema di continuità delle cure, anche se la Regione Marche è fra quelle che negli ultimi anni ha fatto di più”. 

“La necessità è dotarsi di ospedali attrezzati a gestire l’anziano tramite ‘unità per la fragilità’, specializzate nella valutazione multidimensionale del paziente e nei servizi di collegamento col territorio – ha aggiunto Fabrizia Lattanzio, Direttore scientifico dell'Inrca –.  In tale contesto, il ruolo dell’Inrca è sperimentale modelli d'intervento innovativi, trasferibili e sostenibili, per supportare le politiche nazionali nella risposta ai bisogni di anziani e famiglie”.

Durante la conferenza si è anche discusso di tecnologia nell’assistenza domiciliare, reti cliniche integrate, bisogni delle aree interne e indicatori per il monitoraggio dell’efficacia dei servizi socio-sanitari. In particolare, è stato trattato il tema della riconversione delle strutture ospedaliere più piccole in ospedali di comunità, che dovrebbe essere accompagnata dal potenziamento dei servizi territoriali. “C’è una forte spinta  a passare da un sistema sanitario centrato sui problemi per acuti e sugli ospedali – ha affermato Fabrizio Volpini, Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale delle Marche –, ad uno che tenta di trasferire nella rete dei servizi sociali e sanitari le problematiche della cronicità”.

IlSole24Ore.it

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