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Coronavirus e HIV

Pubblicata il 19 mag 2020 • Da Léa Blaszczynski

Il Virus dell'Immunodeficienza Umana colpisce 36,9 milioni di persone in tutto il mondo, di cui oltre 100.000 in Italia. In particolare, mira i linfociti CD4, cellule essenziali per il sistema di difesa immunitaria, rendendo il paziente vulnerabile a molteplici infezioni opportunistiche.

Nel contesto dell'epidemia, i pazienti sieropositivi sono maggiormente a rischio di contrarre l'infezione e di sviluppare una forma grave di SARS-CoV-2?

Coronavirus e HIV

Ho l'HIV, sono più a rischio per Covid-19?

Non tutti i pazienti HIV sono vulnerabili al Covid-19. Ci sono state due segnalazioni da parte del Ministero della Salute.
In primo luogo, i pazienti più immunocompromessi, quelli con meno di 200 cellule CD4, sono in effetti considerati più vulnerabili al Covid-19. E i pazienti con diverse co-morbilità, come il diabete o le malattie cardiovascolari, sono spesso più presenti nei pazienti sieropositivi. D'altra parte, un paziente che è immunocompetente e che ha un virus non rilevabile non ha, a priori, un rischio eccessivo di infezione da coronavirus. Vale a dire, in Italia, più dell'80% delle persone che vivono con l'HIV.

I pazienti devono quindi continuare a sottoporsi regolarmente alle terapie contro l'HIV e alle malattie potenziali associate.

Sono più a rischio se ho una coinfezione da HIV e da epatite B o C?

Secondo il Prof. Gilles Pialoux, capo del dipartimento di malattie infettive e tropicali dell'ospedale Tenon di Parigi, il virus Covid-19, che sta diventando sempre più complicato nella sua forma clinica, ha causato danni al fegato in alcune popolazioni. Ciò costituisce un rischio eccessivo e i vettori di HCV o HBV devono essere doppiamente vigili. L'Istituto Superiore di Sanità ha quindi ritenuto che i pazienti con cirrosi allo stadio B o C della classificazione di Child-Pugh fossero a rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19.

Se sono immunocompromesso, quali precauzioni devo prendere?

Semplicemente, rispettate i gesti barriera ed evitate di uscire. Non appena compaiono i sintomi (stanchezza, perdita del gusto, febbre, tosse, difficoltà respiratorie...), contattate il vostro medico e informate il vostro medico HIV o epatologo. Infine, durante la fase di deconfinamento organizzata dal governo, lo screening sarà automatico e seguito da una fase di isolamento per 14 giorni se il test è positivo.

La Società Italiana per l'AIDS ricorda le solite raccomandazioni per la prevenzione delle complicazioni polmonari per le persone sieropositive, tra cui la vaccinazione contro l'infezione da pneumococco e smettere di fumare.

Alcuni farmaci anti-HIV sono testati contro il Covid-19, quindi sono più protetto se si tratta del mio trattamento?

Questa è stata un'idea diffusa da quando i medici in Cina hanno somministrato un farmaco antiretrovirale usato contro l'HIV (Lopinavir/Ritonavir) a pazienti che avevano contratto il coronavirus. Secondo il Prof. Gilles Pialoux, ci sono attualmente 625 studi registrati in tutto il mondo, tra cui uno europeo, Discovery, che utilizza molecole attive contro l'HIV. Ma, per il momento, nessuna di queste molecole ha mostrato alcuna efficacia, a parte gli studi in vitro. E mentre ci sono studi di coorte di pazienti che hanno questi trattamenti, i risultati non sono ancora noti. Si consiglia quindi di essere prudenti e di non ridurre le misure di barriera.

Se mi ritrovo in terapia intensiva, il mio trattamento sarà monitorato?

Naturalmente, ci sono molte soluzioni che i rianimatori sono abituati ad effettuare per garantire il follow-up del trattamento. Se non esiste una forma di trattamento iniettabile, possono, ad esempio, schiacciare le compresse e metterle in un tubo gastrico. Quindi non c'è bisogno di preoccuparsi.

Se si trova un vaccino, posso essere vaccinato(a)?

Ci sono molte ipotesi di vaccino, alcuni vaccini sono infatti controindicati per i pazienti immunocompromessi. È troppo presto per sapere quale forma assumerà un tale vaccino, ma è ipotizzabile che vengano prese le misure necessarie per vaccinare ampiamente tutti i pazienti.

Come posso trovare sostegno su Carenity?

Oggi Carenity ha migliaia di pazienti e parenti di pazienti affetti da HIV. Sulla piattaforma è possibile trovare il supporto di altri membri della comunità. È importante aiutarsi a vicenda soprattutto in questo difficile contesto della pandemia di Covid-19. Unitevi ora alle discussioni del momento!

Telefono verde AIDS:  800 856 080. Gli operatori sanitari rispondono dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 18.00. Il lunedì anche dalle 9.00 alle 12.00.

È anche nato il numero verde gratuito 800.129.030 per ascoltare, informare e consigliare su tutto ciò che riguarda l'epatite.

Questo articolo vi è stato utile? Avete altri suggerimenti da condividere con la comunità? 

Forza a tutte e tutti!

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