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Perché lo stress fa battere forte il cuore?

Pubblicata il 24 ott 2016

Perché lo stress fa battere forte il cuore?

Lo stress fa battere forte il cuore perché in situazioni di stress l’organismo produce una risposta fisiologica rilasciando nel sangue alti livelli di cortisolo, detto anche “ormone dello stress” che, con la sua azione tende a favorire una risposta adattiva per reagire allo stress immediato – spiega il dottor Paolo Amami, neuropsicologo e psicoterapeuta dell’ospedale Humanitas. – Quando siamo in situazioni di stress non solo il cuore batte forte, ma le mani sudano, il respiro diventa corto, aumenta la glicemia e si riduce la risposta immunitaria, e quindi l’infiammazione. Sono tutte reazioni fisiologiche, più o meno evidenti, che accadono nel nostro organismo ogni volta sia necessaria una risposta di adattamento allo stress, sia di lieve entità come un trasloco, esami e concorsi, o veri e propri eventi traumatici. Tali risposte allo stress sono conseguenti a qualsiasi evento stressante anche non negativo; per esempio aumentati livelli di cortisolo sono stati osservati dopo intenso esercizio fisico, oppure attività sessuale o un pasto piacevole, ma anche durante processi cognitivi come il consolidamento della memoria. Se il cortisolo fa battere forte il cuore è normale e aiuta a superare il momento di stress o il trauma, perché la natura ci ha dotati della capacità di far fronte anche ad eventi catastrofici. In alcuni casi questi meccanismi falliscono e vi è lo sviluppo di Sindrome Post Traumatica (PTSD), in cui le risposte tipiche all’evento stressante perdurano nonostante lo stimolo traumatogeno sia svanito. Il PTSD è una condizione che presenta sintomi come sogni e ricordi ricorrenti ed involontari dell’evento, reazioni dissociate, spesso flashback, sofferenza psicologica e marcate reazioni fisiologiche all’esposizione a stimoli collegati all’evento. Alcuni studi indicano che livelli di cortisolo più bassi in risposta ad un evento traumatico aumenterebbero il rischio di PTSD perché tali livelli andrebbero ad ostacolare la corretta elaborazione dei ricordi traumatici dal momento che l’ormone è legato anche ai processi di elaborazione mnesica degli eventi. Nel caso si presenti la PTSD è importante rivolgersi a un professionista che aiuti ad elaborare correttamente i ricordi traumatici, perché la mancata o alterata elaborazione dell’evento sembra essere alla base dei sintomi. Chi invece non sviluppa la PTSD può trovare utile parlare dell’evento senza farlo divenire un tabù anche ai fini dell’elaborazione dei ricordi traumatici, oppure usare tecniche di rilassamento e meditazione come la mindfulness, per riprendere progressivamente le proprie abitudini di sempre che forniscono alle nostre vite un senso di sicurezza e controllo.

HumanitaSalute.com

1 commento


valegaso
il 17/04/17

Sono caduta in una forte depressione e stato ansioso  . Sono disperata prendo 3 volte xanax e il citalopram da 9 giorni ma non vedo risultati ho sempre un forte nal di stomaco.

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