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La mia paura più grande é di non vederla autosuficente

Non poter lavorare

@Fdekolmn ti capisco perfettamente!!!

Fino a 2 anni e mezzo fa io non facevo altro che passare da un supermercato all’altro a causa della mia patologia.Adesso ho un contratto a tempo indeterminato e lavoro in Coop.

Grazie al cielo va tutto bene adesso..la mia grande paura però è che le fasi dove sto da schifo possano tornare a rovinarmi la vita.

A che età è stato diagnosticato il disturbo bipolare a tua figlia?

A mia figlia e stato diagnosticato due ann5 fA

Due anni fa

Preso un serd di roma

@Fdekolmn sì io prendo il litio e L aripiprazolo!C’é stata una fase in cui anch’io mi rifiutavo di prendere i farmaci..poi ho cambiato idea!!

Ci vuole un po’ di pazienza e sono sicuro che tua figlia si riprenderà alla grande!!

@Hopeman mi fa molto piacere sentire che alcuni di voi stanno meglio. Purtroppo il mio malessere è pervasivo e resiliente da ormai nove mesi. Avendo cominciato ad assumere Depakin dieci mesi fa, l'associazione viene automatica: non è il farmaco adatto a me, l'ho appena ribadito allo psichiatra.

Malgrado tutto, continuo a lavorare, a stare fuori casa quasi tutte le giornate e non mancano qualche gita, delle cene fuori e delle passeggiate con compagna e amici... Esattamente come sei anni fa, quando il tedium vitae e l'angoscia esistenziale erano letteralmente devastanti ed agghiaccianti, eppure non feci un solo giorno di malattia a lavoro e di tanto in tanto riuscivo pure a vedere qualche amico.... Mah, a volte mi trovo ad avere il seguente pensiero: preferirei avere la più classica delle depressioni con qualche mese a letto o un ricovero presso una struttura a patto poi di vivere una fase di pace più duratura piuttosto che "andare avanti" con questo malessere quotidiano in sottofondo, come ho sempre fatto... È un pensiero assurdo, me ne rendo conto, ma vorrei semplicemente avere la prospettiva di un po' di pace e di stabilità...

Posso farvi una domanda privata e confidenziale? Voi avete una relazione sentimentale??? E come la vivete nell'ambito della vostra diagnosi di disturbo dell'umore??

Mi scuso se sono stato indiscreto...

@Floyd77 caro Floyd,

A quanto hai raccontato si aggiungerà probabilmente l'impressione di non essere compreso, cosa che aggiunge un'idea di solitudine. Tendiamo a non credere alla pena di un altro, a meno che non riflettiamo sulla nostra pena.

Hai una vita attiva e al contempo una sofferenza. Ma le cose dipendono anche da come ce le proponiamo. Probabilmente , se isoli un fatto particolare, ottieni una lettura diversa, almeno in quella circostanza. Bisognerebbe dividere un po' tutto in parti e vederne una per una

@Hopeman

Non riesco ad isolare e a scindere, proprio per la natura esistenziale del mio temperamento e del mio disturbo. Non succede nulla di diverso nella mia vita che possa scatenare queste fasi, vivo costantemente sul "filo di lana" ed improvvisamente la mia condizione vira sul down.

Ok, non sarebbe neppure un problema insormontabile, sono ormai abituato a queste onde e a questo asset, ma la questione allarmante è la durata. Sono oltre otto mesi di down con qualche piccolo spiraglio, inevitabilmente la mia testa va alla profondissima depressione di cinque anni fa perché ne esperisco tutti i vissuti. Sicuramente il mio temperamento rimuginante, filosofico e distimico non mi è di aiuto.

Col dottore abbiamo deciso di ridurre progressivamente il Depakin fino a sospenderlo e di introdurre la Sertralina. Non c'è da aspettarsi chissà cosa, ma andiamo per tentativi

Sai, no... Non posso dire di sentirmi incompreso, perché le pochissime persone che fanno parte della mia vita mi danno sostegno e mostrano di capire questi disturbi... Anche sul lavoro ho colleghi "sintonici"... In particolare, poi, la mia compagna che li "condivide" da cinque anni (e la cosa mi addolora moltissimo perché è una fatica titanica)... Insomma, non mi sento un Calimero, ma questo non fa alcuna differenza

So che dovrei risignificare la mia esistenza ed introdurre piccoli cambiamenti, a cominciare dalla cura di me e della casa, e delle attività che stemperino la mia dipendenza da lavoro... Ma proprio non scatta la scintilla, questo malessere è totalizzante (o sono io a renderlo tale) e non vi è spazio per niente altro

@Floyd77 ciao,

Quello che vedo ultimamente su me stesso è che faccio un quadro pessimistico di me stesso, peggiorando l'idea che me ne faccio.

Mi vedo con una lente deformante. Mi sento incapace, ma poi raggiungo gli obiettivi che mi ero prefissato. Mi sembra di non aver fatto gran che, ma poi i colleghi mi esprimono apprezzamenti per le cose che faccio e per come le faccio. Fanno affidamento su di me. Mi sento insicuro, ma poi ricevo ogni giorno manifestazioni di affetto. Mi spavento per i miei limiti, ma poi li supero.

La morale è una: non il concetto che ci facciamo di noi, ma lo sguardo che abbiamo su noi stessi. Quello che vediamo di mal occhio per noi è male; quello che vediamo di buon occhio è bene. Se vedi un male in una cosa, assicuriamoci se il male stia veramente nella cosa e non piuttosto nell'occhio. E se è nell'occhio, viene dal cuore. Se sei indulgente, conciliante e benevolo con te stesso, vedrai di te un'altra immagine, bella, pur con tutti i tuoi sbagli. Ma alla fine vorrai bene anche quelli

@Chester2024 ciao. Non lo so. Mi ricordo che esisteva Progetto Itaca con diverse sedi regionali. Comprendeva gruppi di mutuo aiuto e linea di ascolto. Non so come sia oggi e se esiste altro

@Hopeman grazie! Adesso cerco su internet!