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Bari: un gruppo di ricerca scopre una nuova terapia per il diabete
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campeador
Buongiorno ragazzi ho 67 anni e da 5 anni il diabete 2. Fino ad oggi ,essendo intollerante alla metformina, ho ben compensato con dieta e moto (non motocicletta..). Adesso la situazione sta peggiorando ,per cui il mio medico mi ha prescritto Trajenta 5 mg , che prendo da 20 GG. ma mi procura una stipsi persistente. Qualcuno di voi ha sperimentato questo farmaco??
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Campeador
Giovannimario
Buon consigliere
A me sembra che si stia facendo un po' di confusione,l'irisina viene prodotta dal corpo quando si fa attività fisica,quindi diciamo che si tratta di un azione meccanica.La ricerca del dottor.Giorgino e'di riprodurre l'irisina in laboratorio per coloro che non possono permettersi di fare attività fisica.
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Giovanni Perrella
EUREKA
Membro AmbasciatoreBuon consigliere
@Giovannimario , e' quello che sosteniamo dall' inizio , dove' la confusione ? Rileggendo i post non la noto. By Eureka!
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Baptiste
Buon consigliere
Baptiste
Iscritto nel 2016
Un nuovo farmaco per la terapia del diabete mellito di tipo 2 potrebbe essere disponibile grazie al Brevetto concesso all’Università degli Studi di Bari Aldo Moroper “l’impiego farmacologico di una miochina capace di preservare la funzione e la massa delle cellule pancreatiche in condizioni dismetaboliche”.
Il Gruppo di ricerca di Endocrinologia del Dipartimento dell’Emergenza e dei Trapianti di Organi, coordinato dal Prof. Francesco Giorgino, grazie agli esperimenti effettuati dalla prof.ssa Annalisa Natalicchioe dal dottor Nicola Marrano, ha brevettato l’impiego dell’irisina, un ormone rilasciato dal muscolo, per migliorare la funzione e la vitalità delle cellule beta-pancreatiche, il cui cattivo funzionamento è causa del diabete mellito.
Il Gruppo barese ha dimostrato per la prima volta che l’irisina ha la capacità di proteggere le cellule beta dai danni causati da un eccesso di grassi e di stimolare la produzione e la secrezione di insulina, ormone prezioso per controllare i livelli di glucosio nel sangue. La somministrazione di irisina nei topi ha inoltre determinato un aumento del numero delle cellule beta e un miglioramento della loro funzione.
In Italia 4 milioni di persone sono affette da diabete, e queste cifre sono destinate a crescere. In questo scenario, la scoperta di una nuova terapia farmacologica è di estrema importanza, soprattutto perché, proteggendo le cellule beta-pancreatiche, potrebbe rallentare la progressione della malattia nel tempo. Prossimo obiettivo del Gruppo di ricerca del prof. Giorgino è trasferire gli studi sull’uomo. A sostegno di queste ricerche, è previsto anche un finanziamento da parte della Regione Puglia, che ha seguito con grande attenzione il Progetto.
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