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Artrite reumatoide, arriva in Italia un nuovo farmaco in compresse

Pubblicata il 7 dic 2017

Artrite reumatoide, arriva in Italia un nuovo farmaco in compresse

È stato approvato dall'Aifa e sarà presto rimborsato anche nel nostro Paese:

blocca l'infiammazione e il danno articolare nelle forme moderate-gravi

Artrite

BLOCCA i meccanismi che innescano l'infiammazione alle articolazioni con una diminuzione del dolore e della rigidità già dalle prime settimane e con il grande vantaggio di essere una compressa anzichè un'iniezione come in genere accade per la maggior parte dei farmaci anti-infiammatori. Ecco perché l'arrivo di questo nuovo medicinale è particolarmente atteso dagli oltre 400mila pazienti italiani affetti da artrite reumatoide. Baricitinib, questo il nome della molecola, è stata già approvata dall'Aifa e sarà a breve rimborsata anche in Italia.


LA MALATTIA


L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune caratterizzata dall'infiammazione e dal progressivo danno articolare. Nel mondo sono oltre 23 milioni le persone che ne soffrono. In Italia la prevalenza è stimata in oltre 400mila casi. La patologia interessa prevalentemente le donne con un rapporto di 3 a 1 sugli uomini, con un picco di incidenza nella quinta decade di vita. Tenere sotto controllo i livelli di infiammazione è importante anche per diminuire le numerose altre patologie che si aggiungono al quadro già complesso della malattia reumatica. L'artrite reumatoide è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari come l'infarto. Non a caso più del 50% dei decessi prematuri nei soggetti con artrite reumatoide è imputabile a eventi cardiaci. Le cause sono riconducibili alla cascata infiammatoria che interessa anche i vasi sanguigni e aumenta il rischio di aterosclerosi.


IL NUOVO FARMACO


Ma come funziona il nuovo farmaco? "Baricitinib esercita la sua azione con un meccanismo innovativo: inibisce infatti gli enzimi Janus chinasi 1 e 2, molecole intracellulari che modulano i segnali delle citochine infiammatorie responsabili dello sviluppo e della progressione della malattia - spiega Fabrizio Conti,docente di Reumatologia all'Università La Sapienza di Roma - A differenza dei farmaci biologici in uso da circa vent'anni diretti verso un singolo bersaglio extracellulare, i nuovi farmaci come baracitinib attraversano la parete cellulare e possono bloccare contemporaneamente l'effetto di diverse proteine (citochine) pro-infiammatorie".

La nuova molecola è indicata per i pazienti che non ottengono miglioramenti significativi, o risultano intolleranti, ad uno o più farmaci biologici anti-reumatici (Dmard, sigla in inglese di Disease Modifyng Antirheumatic Drugs), tra cui il metotrexate, sia in monoterapia che in combinazione tra di loro. "Poter disporre di un farmaco efficace sin dalle prime settimane di trattamento rappresenta un grande vantaggio in quanto permette di controllare rapidamente le manifestazioni cliniche dell'artrite reumatoide" aggiunge Conti.
 
L'approvazione del farmaco si basa sui risultati di quattro studi clinici di fase III su Baricitinib in pazienti affetti da artrite reumatoide attiva da moderata a severa.  In tutti gli studi di fase III è stata riscontrata una diminuzione del 20%, 50% e 70% della condizione clinica di partenza, misurata secondo i criteri dell'American College of Rheumatology.


IN PILLOLE


Un altro importante vantaggio per i pazienti sta nel fatto che il farmaco si somministra per bocca rispetto agli altri che invece prevedono una iniezione. La formulazione in pillole e l'unica somministrazione giornaliera favoriscono significativamente l'aderenza ai trattamenti e rappresentano un indubbio valore aggiunto rispetto ai farmaci iniettivi. "L'arrivo di farmaci che si possono somministrare per via orale - commenta Silvia Tonolo, presidente di Anmar (Associazione Nazionale Malati Reumatici) - agevolerà la vita dei pazienti con un risparmio in ore di lavoro, spostamenti e richieste di supporto a familiari e/o caregiver. Inoltre, una terapia orale è più accettabile perché l'ago fa
sempre paura, e proprio per questo motivo spesso il malato non è aderente ai trattamenti iniettivi. Disporre di una compressa ci facilita la gestione della malattia anche negli spostamenti, nei viaggi, sul lavoro, con un vantaggio in termini di qualità della vita".

La Repubblica - Irma D'Aria

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