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Prevenzione: lo screening con Hpv Test sostituisce il Pap Test

Pubblicata il 30 ago 2018

Prevenzione: lo screening con Hpv Test sostituisce il Pap Test

Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Basilicata sono le uniche regioni al passo conle raccomandazioni del Ministero della Salute, che adesso prevede l'addio al Pap Test entro il 2020

Woman

Il test per l’Hpv sta, piano piano, sostituendo il Pap Test come primo screening per individuare il Papilloma Virus, il principale responsabile del tumore al collo dell’utero. Avviene in sei regioni del Centro Nord: Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Basilicata. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) aggiornati a fine 2017, sono queste le uniche regioni italiane al passo con il Piano nazionale prevenzione 2014-18 del Ministero della Salute, che raccomandava la conversione da Pap Test a Hpv Test come screening primario per le donne tra i 30 e i 64 anni entro il 2018. Nelle altre zone d’Italia si procede a rilento, mentre non si sono ancora attivate Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia, Sardegna e Bolzano.

La transizione

Dati alla mano, la novità dovrebbe andare a regime in tutta Italia entro il 2020 perché bisogna considerare una fase preparatoria di riorganizzazione a livello regionale e un passaggio individuale diluito su 3-4 anni, per evitare sbalzi dovuti al cambio di controlli periodici. Rispetto al Pap Test, che è consigliato ogni 2-3 anni, l’intervallo previsto per l’Hpv Test è infatti di 5 anni. Una volta conclusa la transizione, il tradizionale Pap Test, che è utilizzato da 70 anni come screening primario per la diagnosi di tumore al collo dell’utero, resterebbe l’esame da fare nel caso si riscontrasse una positività al test per l’Hpv.

La massima prevenzione

In Italia, spiega Basilio Passamonti, presidente del Gruppo Italiano Screening del Cervico carcinoma (Gisci), «i due test integrati rappresentano il massimo di garanzia possibile per la prevenzione: l’Hpv Test, che è più sensibile, individua le donne con infezione in corso (che può anche risolversi da sola), mentre il Pap test, che è più specifico, va fatto in uno step successivo per individuare l’eventuale lesione dovuta alla modificazione cellulare causata dal virus».

Come funziona l’Hpv Test

Il test per l’Hpv prevede il prelievo di alcune cellule della cervice. Si fa un’indagine molecolare, andando a vedere se in quel campione c’è il DNA del Papilloma Virus. Se il test è negativo si può stare tranquilli per cinque anni. Ci sono più di 100 tipi di Papilloma Virus: alcuni non causano il cancro, altri alzano il rischio di sviluppare il tumore. Sono chiamati con la sigla HR, dall’inglese “High Risk”, cioè ad alto rischio. Nell’Hpv Test vengono cercati solo tipi ad alto rischio.

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Baptiste
il 30/08/18

Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Basilicata sono le uniche regioni al passo con le raccomandazioni del Ministero della Salute, che adesso prevede l'addio al Pap Test entro il 2020

Il test per l’Hpv sta, piano piano, sostituendo il Pap Test come primo screening per individuare il Papilloma Virus, il principale responsabile del tumore al collo dell’utero. Avviene in sei regioni del Centro Nord: Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Basilicata. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) aggiornati a fine 2017, sono queste le uniche regioni italiane al passo con il Piano nazionale prevenzione 2014-18 del Ministero della Salute, che raccomandava la conversione da Pap Test a Hpv Test come screening primario per le donne tra i 30 e i 64 anni entro il 2018. Nelle altre zone d’Italia si procede a rilento, mentre non si sono ancora attivate Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia, Sardegna e Bolzano.

La transizione

Dati alla mano, la novità dovrebbe andare a regime in tutta Italia entro il 2020 perché bisogna considerare una fase preparatoria di riorganizzazione a livello regionale e un passaggio individuale diluito su 3-4 anni, per evitare sbalzi dovuti al cambio di controlli periodici. Rispetto al Pap Test, che è consigliato ogni 2-3 anni, l’intervallo previsto per l’Hpv Test è infatti di 5 anni. Una volta conclusa la transizione, il tradizionale Pap Test, che è utilizzato da 70 anni come screening primario per la diagnosi di tumore al collo dell’utero, resterebbe l’esame da fare nel caso si riscontrasse una positività al test per l’Hpv.

La massima prevenzione

In Italia, spiega Basilio Passamonti, presidente del Gruppo Italiano Screening del Cervico carcinoma (Gisci), «i due test integrati rappresentano il massimo di garanzia possibile per la prevenzione: l’Hpv Test, che è più sensibile, individua le donne con infezione in corso (che può anche risolversi da sola), mentre il Pap test, che è più specifico, va fatto in uno step successivo per individuare l’eventuale lesione dovuta alla modificazione cellulare causata dal virus».

Come funziona l’Hpv Test

Il test per l’Hpv prevede il prelievo di alcune cellule della cervice. Si fa un’indagine molecolare, andando a vedere se in quel campione c’è il DNA del Papilloma Virus. Se il test è negativo si può stare tranquilli per cinque anni. Ci sono più di 100 tipi di Papilloma Virus: alcuni non causano il cancro, altri alzano il rischio di sviluppare il tumore. Sono chiamati con la sigla HR, dall’inglese “High Risk”, cioè ad alto rischio. Nell’Hpv Test vengono cercati solo tipi ad alto rischio.


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