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Pazienti Tumore neuroendocrino
I tumori neuroendocrini: rari ma non imbattibili
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Ex membro
peccato che il gruppo multidisciplinare non esiste
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Brunina
@nicoletta.menzella-1963 chi vedrai al Gemelli? Il prof. Scambia? Io sono in cura da lui ( oggi con parp inibitori)
In bocca al lupo! 🤞
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Brunina
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19/06/18 | Attualità
Tumori, caccia alle cellule “ghiro” per snidare la malattia dopo la chemioterapia
Francesco_R
Buon consigliere
“Negli ultimi in campo endocrinologico ed oncologico sono stati compiuti notevoli progressi” sottolinea il dott. Franco Grimaldi coautore di una recente Consensus Internazionale sulla diagnosi dei tumori neuroendocrini.
Si analizzano sempre più le interazioni tra diabete e tumori la cui gestione presenta notevoli difficoltà e richiede notevole e continua sinergia tra team Diabetologico, team Oncologico ed assistenza territoriale con l’obiettivo di integrare le conoscenze scientifiche, migliorare la collaborazione esistente e programmare le attività in coerenza con il fabbisogno appropriato e le potenzialità di ogni Regione.
Tra i soggetti affetti da patologia oncologica e ospedalizzati, la prevalenza del diabete è significativamente la più elevata rispetto la popolazione generale ed i dati della letteratura riportano una prevalenza di iperglicemia del 38% tra le persone degenti. In un terzo dei pazienti, l’iperglicemia è spesso la conseguenza dei trattamenti antitumorali o delle terapie di supporto in particolare quella cortisonica.
La coesistenza di diabete conferisce un incremento del rischio di mortalità per numerose patologie tumorali e pone problemi complessi relativi la gestione clinica, come l’obiettivo del controllo dell’iperglicemia, quando l’aspettativa di vita si riduce e quali scelte terapeutiche adottare per controllare in sicurezza l’iperglicemia.
L’endocrinologo che si occupa della cura dei tumori neuroendocrini deve acquisire le conoscenze e le competenze adeguate al riconoscimento, trattamento e follow-up inerente gli effetti delle terapie anti tumorali, in un’ottica multidisciplinare e multiprofessionale con un team diabetologico competente ed esperto nella gestione del problema metabolico dei pazienti particolarmente fragili.
Un’ulteriore problematica molto importante che interessa i pazienti affetti da carcinoma della prostata o della mammella è l’insorgenza dell’osteoporosi secondaria alle terapie adiuvanti (antiandrogenica nei maschi e anti estrogenica nelle femmine), impiegate per ridurre l’aggressività del tumore. L’osso subisce un continuo e bilanciato processo di rimodellamento che permette il suo costante rinnovamento. Le terapie adiuvanti, operando il cosiddetto “blocco ormonale”, sono in grado di generare uno squilibrio marcato del naturale rimodellamento osseo, inducendo un’eccessiva attività di “distruzione” che genera una perdita di massa ossea con comparsa di osteoporosi.
Si conferma pertanto il ruolo fondamentale dell’endocrinologo nella gestione delle patologie oncologiche e in particolare la Soc. di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo di Udine si interessa di un gruppo di tumori complessi – tumori neuroendocrini – rari ma non imbattibili anche con la recente attivazione del Gruppo multidisciplinare tra le diverse strutture specialistiche che si occupano di questa patologia: oncologia, chirurgia, medicina nucleare, gastroenterologia, pneumologia, radiologia.
L’équipe multidisciplinare si dedica alla gestione del paziente allineandosi allo stato delle Linee Guida delle Società Scientifiche nazionali ed internazionali: la complessità della gestione del paziente, affetto da tumore neuroendocrino, richiede l’interazione ed il coinvolgimento di tutti i professionisti delle discipline coinvolte nelle diverse fasi: diagnosi, trattamento e follow up.
“Seppur rare – spiega il dott. Grimaldi – queste patologie possono essere curate a distanza di anni con la corretta terapia, prolungando la sopravvivenza del paziente con un miglioramento della qualità di vita ed è fondamentale che più specialisti lavorino in team per tracciare il percorso diagnostico-terapeutico migliore per il paziente: un team così composto vede diminuita la percentuale di errore diagnostico assicurando un percorso curativo molto più approfondito”.
InSaluteNews.it