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Cos’è una bioterapia? Speciale malattie infiammatorie

Pubblicata il 24 ott 2019 • Aggiornato il 17 dic 2019 • Da Camille Dauvergne

Cos’è una bioterapia? Come funziona questa terapia per trattare le malattie infiammatorie? Quando e come possiamo avere accesso ad una bioterapia? Spiegazioni!


Cos’è una bioterapia? Speciale malattie infiammatorie

Le bioterapie mirano a produrre farmaci e strategie terapeutiche che si basano sul vivente, a partire dalla biologia. Si basano quindi sull’utilizzazione di molecole concepite a partire da organismi vivi (lieviti, fermenti, microbi, geni, cellule, tessuti…) o da sostanze prelevate su organismi vivi (ormoni, anticorpi, interleuchine…).

Le diverse bioterapie

Le bioterapie comprendono diversi tipi di terapie.

  • Le terapie cellulari si basano sul trapianto di cellule staminali o differenziate
  • Le terapie tissutali raccomandano diversi trapianti di tessuti vivi sul paziente
  • Le terapie geniche si interessano al trasferimento di geni o altre forme di interventi sui geni.

Altre terapie utilizzano farmaci che imitano le molecole naturali del corpo umano, sintetizzate da organismi vivi (fattori di crescita, interleuchine, proteine ricombinanti)

La bioterapia nel quadro delle malattie infiammatorie

Le malattie infiammatorie possono avere diverse espressioni cliniche: possono avere manifestazioni articolari (poliartrite reumatoide, artrite psoriasica, spondilite anchilosante), cutanee (psoriasi) o ancora digestive (malattia di Crohn, RCU). 

Come funziona? 

Tutte queste malattie presentano una disfunzione umanitaria che si manifesta con febbre, disturbi epatici, complicazioni cardiovascolari o distruzioni articolari e perforazioni intestinali. All’origine di queste disfunzioni, le citochine (una sostanza del sistema immunitario che regola la proliferazione delle cellule) ed i linfociti T e B (responsabili dell’immunità).

Le bioterapie utilizzate nell’ambito di malattie infiammatorie si concentrano quindi sulle citochine proinfiammatorie e/o i linfociti T e B. Più spesso, il loro obiettivo è di impedire queste sostanze difettose di provocare delle crisi infiammatorie. Il trattamento permette di bloccare i meccanismi dell’infiammazione.

Quando iniziare una bioterapia?

Cominciare una bioterapia non è anodino. Il momento giusto è definito dalla malattia, il suo stadio e lo stato di salute del paziente. Si tratta di una decisione importante e riflessa che viene presa dal medico. La prescrizione delle bioterapie è limitata a causa del suo costo elevato e del rischio di infezioni. 

  • Le malattie infiammatorie articolari

La bioterapia è raramente prescritta subito dopo la diagnosi. Ad esempio, per la poliartrite reumatoide, i pazienti prendono in generale in primo luogo un trattamento per generare la crisi (antinfiammatori, analgesici). Può quindi essere prescritto un trattamento di base, che può essere il Metotrexate, un farmaco con azione antinfiammatoria e immunosoppressiva, prima di iniziare una bioterapia. 

  • Le malattie infiammatorie cutanee

Nel caso della psoriasi, la scelta di una bioterapia dipende dalla gravità della psoriasi e dall’impatto di quest’ultimo sulla qualità di vita del paziente. In generale, iniziamo con un trattamento locale (crema, schiuma, gel), poi, se l’efficienza non si è vista, degli immunosoppressori subentrano. Ultimamente, una bioterapia può essere prescritta. Si tratta in generale di anti-TNF, somministrati per infusione o per via sottocutanea (il TNF è una proteina implicata nel processo infiammatorio). Si può anche iniettare al paziente un inibitore di interleuchine (proteine pro-infiammatorie). 

>> Fare tutte le vostre domande sulla bioterapia della psoriasi nel forum

Accade che la bioterapia viene indicata in seconda intenzione (cioè subito dopo l’insuccesso di un primo trattamento) per alcune forme particolari di psoriasi come l’artrite psoriasica.

  • Le malattie infiammatorie digestive

Il trattamento con bioterapia permette di limitare gli interventi chirurgici e il ricorso ad una corticosteroide. Così, può accadere che un anti-TNF sia prescritto all’inizio del percorso sanitario di un paziente affetto dalla malattia di Crohn o dalla RCU.

Qual’è l’efficienza di questo trattamento?

L’efficienza delle bioterapie è stata dimostrata in numerose patologie, soprattutto le malattie infiammatorie. Bisogna aspettare 12 settimane prima di giudicare della loro efficienza, ma accade che i primi effetti compaiono dopo 15 giorni. Però, avviene di prendere questi trattamenti soprattutto nell’ambito di un controllo medico regolare: il medico potrà prescrivere gli esami adeguati per verificare se il paziente sopporta bene il trattamento e se gli effetti sono dimostrati.

Quali sono gli effetti collaterali principali?

I trattamenti con bioterapia sono occasionalmente accompagnati da effetti collaterali, il più spesso reversibili dopo la fermata di essi, ciò che significa che se il trattamento si ferma, gli effetti collaterali scompariranno. Questi ultimi possono essere spesso ridotti, oppure evitati, essendo attento e rispettando delle misure di igiene, i vaccini consigliati...

  • Rischi immediati

Durante l’assunzione della bioterapia, una reazione allergica violenta, chiamata anafilassi, può comparire. ALtre reazioni moderate durante l’iniezione possono avvenire, perché il corpo del paziente può sviluppare degli anticorpi contro la molecola. Come per qualsiasi iniezione, un dolore può comparire presso il punto di iniezione. 

  • I rischi infettivi

La bioterapia rallenta il sistema immunitario e può quindi provocare un immunodepressione, significa che il corpo non riesce più a proteggersi correttamente contro i batteri e virus. Il paziente può quindi contrarre delle infezioni opportunistiche più o meno gravi. Bisogna prendere un appuntamento con il suo medico appena appare un sintomo potenzialmente legato ad un’infezione

Precedenti di infezioni evolutive, un’età superiore a 65 anni, altre malattie croniche, malattie respiratorie associate, l’assunzione di corticosteroidi concomitanti sono dei fattori che possono aumentare questo rischio di infezione.

Cosa può rallentare il paziente?

Siccome alcune bioterapie si iniettano a casa, il paziente deve acquisire delle competenze di autocure e adeguarsi per gestire questo trattamento. 

Attenzione, questo articolo è generale e non sostituisce in nessun caso una prescrizione medica. Non fa riferimento ad eventuali casi particolari che possono esistere. Ogni paziente è diverso, comunque parlatene con il vostro medico!

Articolo redatto da Louise-B con l’aiuto di Camille Dauvergne, studentessa di quarto anno in farmacia.

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Autore: Camille Dauvergne, Junior Community Manager Francia

Camille Dauvergne è attualmente Community Manager Junior in Carenity. Assiste il Community Manager Francia nell'animazione della piattaforma, facilitando la navigazione dei membri e promuovendo le loro... >> Per saperne di più

Chi ha riveduto: Alizé Vives, Farmacista, Data Scientist

Alizé è Dottore in farmacia e laureata del master in strategia e business internazionale della ESSEC Business School. Ha diversi anni di esperienza di lavoro con pazienti e membri, conducendo indagini per le comunità... >> Per saperne di più

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