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I benefici del digiuno durante le cure per il cancro

Pubblicata il 22 set 2023 • Da Claudia Lima

Negli ultimi anni, i pazienti oncologici hanno mostrato un crescente interesse per la pratica del digiuno terapeutico nel corso dei trattamenti. L’obiettivo è quello di ottimizzare gli effetti positivi dei trattamenti o di ridurne gli effetti collaterali.

Come viene trattato il cancro oggi? Che cos'è esattamente il digiuno? Il digiuno può avere un ruolo benefico durante il trattamento del cancro? Quali sono le prove scientifiche in questo ambito, i potenziali benefici e le precauzioni da prendere?

Volete delle risposte? Leggete il nostro articolo!

I benefici del digiuno durante le cure per il cancro

In Italia, nel 2022, il numero complessivo di diagnosi di cancro è stato di 390.700. La ricerca medica ha permesso di sviluppare trattamenti sempre più efficaci per combattere il cancro e ad oggi è possibile curare un malato di cancro su due.

Quali sono i trattamenti attualmente disponibili per il cancro?

I tumori sono trattati con chirurgia, radioterapia, chemioterapia, terapie mirate, terapia ormonale, immunoterapia e trapianti di cellule staminali.

È possibile combinare diversi trattamenti. Non esiste un trattamento o una combinazione di trattamenti standard per il cancro.

Che cos'è il digiuno? 
Il digiuno è la pratica di astenersi dal cibo per un periodo di tempo prestabilito, bevendo o meno acqua.

Esistono diverse forme di digiuno, che vanno dal digiuno intermittente, in cui si alternano periodi di digiuno e pasti, al digiuno prolungato, che può durare diversi giorni. A volte, il periodo di digiuno è accompagnato da due periodi di transizione, prima di riduzione e poi di aumento della quantità di cibo assunto, per aiutare l'organismo ad adattarsi gradualmente all'assenza e in seguito al ritorno del cibo. 

Storicamente, il digiuno è stato legato soprattutto alle pratiche religiose. Digiunare rappresenta simbolicamente una forma di purificazione della mente e del corpo e un'opportunità per concentrarsi sugli esercizi aspetti spirituali della vita. 

Negli ultimi anni, il digiuno e le diete restrittive sono stati talvolta menzionati come parte del trattamento di alcune malattie. A livello del cancro, si pensa che queste pratiche aiutino a curare la malattia o a ridurre gli effetti indesiderati della chemioterapia. Ad oggi, in Italia, il digiuno a scopo preventivo o terapeutico non viene proposto in ambito medico ai pazienti oncologici. Al giorno d’oggi il digiuno è associato inoltre al desiderio di migliorare la salute in generale, con l'obiettivo di permettere all'organismo di riposare e di rigenerarsi, facilitando i meccanismi di riparazione cellulare.

Quando siamo a digiuno, il nostro corpo ha bisogno di energia, che ottiene innanzitutto dal glicogeno, un polimero del glucosio che serve come riserva di energia nel corpo umano. Il corpo utilizza lo zucchero presente nei muscoli e nel fegato. Non appena le riserve sono esaurite, l'organismo cerca l'energia altrove, nelle riserve lipidiche, cioè nei grassi: questo processo si chiama chetosi. In un momento successivo, l'organismo è costretto a cercare energia nel tessuto muscolare e nelle proteine. È a questo punto che l'organismo inizia una perdita di peso più o meno evidente.

I rischi associati al digiuno sono essenzialmente quelli della perdita di massa muscolare e di grasso. Ciò avrà un effetto negativo sulla salute generale e sull'immunità.

Il digiuno serve a qualcosa durante il trattamento del cancro?
Le diete restrittive, come il digiuno, sono state oggetto di numerosi studi scientifici per comprenderne gli effetti e valutarne l'utilità in relazione a diverse patologie. La maggior parte di questi studi è stata condotta soltanto su animali

Uno di questi studi, condotto da un'équipe americana, ha esaminato gli effetti del digiuno su topi portatori di tumori provenienti da cellule tumorali. Per alcuni di questi topi, il digiuno ha avuto i seguenti effetti: 

  • Ritardo nella crescita di alcune cellule tumorali, 
  • Aumento della sensibilità delle cellule tumorali ai trattamenti chemioterapici, 
  • Riduzione del numero di cellule tumorali.

Diversi ricercatori hanno esaminato i benefici del digiuno nei pazienti affetti da malattie croniche. 

Va inoltre notato che, negli ultimi quindici anni circa, è cresciuto l'interesse del grande pubblico per la pratica del digiuno o delle diete restrittive, in particolare tra i pazienti oncologici. Il ragionamento alla base di questa ipotesi è che il digiuno potrebbe rendere le cellule tumorali più sensibili ai trattamenti farmacologici, proteggendo al contempo le cellule sane.

Nel 2017 è stata effettuata una valutazione collettiva da parte della rete francese Réseau national alimentation cancer recherche (NACRe). Questa rete è composta da medici, epidemiologi, biologi, sociologi, antropologi, dietologi e medici nutrizionisti, che hanno analizzato centinaia di volumi e di studi sui benefici del digiuno durante il trattamento del cancro. Gli studi pubblicati non ci permettono di concludere che il digiuno o le diete restrittive abbiano un effetto benefico oppure dannoso. Nessuno di questi studi ha valutato l'effetto del digiuno sul decorso della malattia, sulla sopravvivenza o sulle recidive. Inoltre, gli studi clinici sugli umani sono ancora troppo pochi rispetto a quelli sugli animali.

Per quanto riguarda gli studi clinici, è emerso in modo chiaro un unico risultato: il digiuno provoca una significativa perdita di peso. In alcuni pazienti, tuttavia, ciò può alterare la prognosi, soprattutto in caso di perdita di massa muscolare. Inoltre, quando il digiuno viene adottato per lunghi periodi, può portare a squilibri alimentari, le cui conseguenze variano a seconda dei nutrienti ingeriti in quantità insufficiente.  

Nel caso del cancro, il trattamento farmacologico ha già un impatto importante sulla dieta dei malati. Sia dopo un intervento chirurgico, sia durante o dopo la radioterapia, sia durante la chemioterapia, gli effetti collaterali possono portare a perdita di appetito, alterazione del gusto o dell'olfatto, nausea o vomito, ecc. Il rischio principale è la perdita di peso, e soprattutto di massa muscolare. 

Mantenere un peso corretto è molto importante per i pazienti oncologici. È assolutamente necessario monitorarlo, poiché è stato dimostrato che nei pazienti oncologici la cachessia (perdita significativa di tessuto adiposo) e la sarcopenia (perdita significativa di massa muscolare) rappresentano un ulteriore rischio di interruzione del regolare svolgimento del trattamento e dunque di prognosi infausta. Anche senza digiuno, il 40% dei pazienti oncologici risulta denutrito.

Per questo motivo, la copertura mediatica sul tema del digiuno o dei presunti benefici delle diete restrittive deve essere accompagnata da informazioni scientifiche e mediche il più possibile trasparenti. Queste diete non dovrebbero essere consigliate ai pazienti oncologici

Se, nonostante tutto, un malato di cancro desidera provare a digiunare durante le cure, è essenziale che ne parli con la propria équipe medica, che lo consiglierà in base alla sua situazione specifica. I rischi del digiuno durante il trattamento del cancro sono noti, ma i benefici devono ancora essere chiariti.

Il digiuno durante il trattamento del cancro sta dunque suscitando un crescente interesse come approccio complementare per migliorare la risposta dei pazienti al trattamento e la loro qualità di vita. 

Il messaggio dell'Istituto Nazionale del Cancro francese (INCa) è chiaro: "No, non esistono studi rigorosi che suggeriscano che il digiuno sia benefico per i pazienti oncologici durante le cure. Al contrario, è assodato che il digiuno comporta rischi reali per i pazienti.

La ricerca su questo tema è in corso e continuano a emergere nuovi dati che potranno aiutarci a comprendere meglio come il digiuno possa essere integrato in modo sicuro ed efficace nella gestione del cancro.

 

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