Pazienti Depressione
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Baptiste
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Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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Grazie mille per la tua testimonianza @Camilla67! Qualcuno può aiutare il nostro membro? @EUREKA @lisailcognome @epatite @tania15 grazie mille in anticipo 😊
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tania15
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tania15
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Ultima attività il 10/11/24 alle 17:44
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Amico
buon pomeriggio gentile Camilla, come stai?
situazione davvero incresciosa e comprendo. Purtroppo una sbagliata forma educativa (in realtà diseducativa) ha posto l'animale umano in un legame parentale imperituro obbligatoriamente a vita ma non è così. Puoi riprendere la consapevolezza che come ogni altro essere vivente sul pianeta terra, quando si taglia il cordone ombelicale inizia un percorso di vita tuo proprio. Negli altri gruppi sociali animali i cuccioli in breve tempo vengono istruiti ad essere autonomi e autosufficienti dopo di che termina ogni legame con la madre (cani, leoni, gatti, rondini, merli, tigri, topi, cavalli, zebre, asini, gazzelle ecc. l'elenco è ovviamente lungo). Vedi, anche a voler rispettare e onorare i legami familiari, vi sono situazioni in cui il contesto stesso lo rende non possibile e preso atto e ammesso che possano esistere ambiti in cui non si possono coltivare relazioni (fattore legittimo), si deve andare oltre e non coltivare ciò che non è coltivabile. Infatti le relazioni sono tali sono se poste nel flusso dinamico del dialogo (dia-logos) che prevede un scambio tra due o più soggetti, scambio da ambo le parti. Nel caso da te descritto si evince l'assenza di tale minimo comune denominatore che permetta la concreta reale realizzazione di un dialogo. Non deve spaventarti tagliare i fili di collegamento. Potresti cambiare numero di telefono. Nessuna colpa o rimorso, sono fatti naturali, più normali di quanto si creda. Accade oggi come accadde ieri.
Per meglio comprendere la biologia di relazioni insane e malate: esse sono come l'appendice, una reminiscenza storica del nostro essere bipede che di massima oggi non ha una funzione necessaria e imprescindibile per l'uomo tanto che può vivere senza, di suo non disturba minimamente il nostro metabolismo ed esistenza MA se si infiamma e l'infiammazione peggiora ecco che diventa opportuno operarsi di appendice togliendola, ed ancora SE essa evolve ulteriormente a peritonite, in quanto sottovalutata e non curata l'appendice infiammata, ecco che allora si presenta un nuovo quadro più critico che può diventare pericoloso se non mortale: una peritonite operata in ritardo quando ha già versato il suo pus marciscente attorno causando setticemia può portare alla morte del soggetto. Il quadro dell'impossibile relazione tra te e tua madre sembra in questo stato di peritonite: ora se la lasci progredire diventerà setticemia mortale, se intervieni con la rimozione sei salva. Non è egoismo o cattiveria, quelle appartengono ad altre intenzioni e situazioni differenti, si tratta invece di salvezza e autodifesa. Potrebbe accadere che una volta che tu non sei più raggiungibile in alcun modo, anche tua madre abbia meno humus su cui coltivare i suoi psichismi e accuse e quant'altro per cui inevitabilmente non potendo alimentare così tanto i suoi pensieri distorti, ne debba abbandonare quelli che non hanno destinatario (tu). Ci sono situazioni che lasciate a se stesse "muoiono" di morte naturale nel senso che vengono meno nel tempo perché non hanno "cibo" di cui nutrirsi o vampirizzare. Contemporaneamente stai meglio anche tu purché tu per prima accetti di affrontare la tua nuova strada, tu sia consapevole di te stessa come anche della realtà dei fatti (brutta o bella che sia), tu accetti anche da parte tua di lasciare libera tua madre al suo modo di essere senza più avere parte in merito. Coltiva la tua motivazione e determinazione. Ho dovuto anche io dare un taglio alle assurde azioni familiari che mi uccidevano, sono sopravvissuta pur pagando il pesante prezzo piovutomi addosso dal lottare per la mia vita e allontanarmi dal male, anche perché la società supporta il male ed è ostile verso chi si conquista la sua strada. Ma è una conquista che merita, sempre.
perché dovresti affrontare una vita mediocre? una vita che non ti appartiene? la tua vita è tua, hai diritto e dovere di raggiungere i tuoi più nobili traguardi e sentimenti gentili. domanda: almeno tu vuoi bene a te stessa? cosa fai per manifestare tenerezza e gentilezza verso te stessa? quando hai cura di una persona mica la metti in una condizione peggiore, vero? devi raggiungere il benessere e del tuo corpo e del tuo spirito e ci sono certe persone "negative" che impediscono questo tuo raggiungimento, da questi ti devi separare altrimenti finirai per traghettare la loro negatività da te a tutti gli altri che incontrerai amplificando le negatività e le relazioni negative.
Per ogni altro scambio resto a disposizione, contattami pure.
Un abbraccio
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tany
epatite
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epatite
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Ultima attività il 20/06/22 alle 20:33
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Amico
@Camilla67 cara Camilla, cambia n. di telefono. Vai dai carabinieri e fai una denunzia della situazione. Saranno loro a risolvere tutto.
Ciao
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Nik garfa
Camilla67
Camilla67
Ultima attività il 12/06/22 alle 12:36
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Ricompense
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Esploratore
Grazie Tania15, grazie davvero. Hai ragione su tutta la linea e lo so bene. Lo capisco e tagliare per la seconda volta questo cordone ombelicale è l'unica cosa da fare. Per me.
Mi ha fatto riflettere molto quando hai scritto che bisogna toglierle l'humus (io) e in effetti è così.
Mi ha fatto riflettere sulle dinamiche tossiche che hanno sempre accompagnato il nostro non rapporto.
Fino a quando non tagliai i rapporti completamente, ero vista da lei come la figlia di mio padre, addirittura arrivò a dirmi (mi viene nausea solo a scriverlo) che la loro separazione era colpa mia (ero un adolescente) per continuare negli anni successivi a spronarmi a confessare rapporti incestuosi con lui di cui lei si era convinta. Da vomito veramente. Ho capito molto dopo che questa sua fissa era dovuta ad una tenerezza assolutamente paterna che lei non capiva. Insomma, un normalissimo rapporto padre figlia senza nulla di torbido. Ma non ai suoi occhi.
Negli ultimi anni invece sono diventata la figlia che se tornasse a casa con lei e mio fratello, magicamente tutto cambierebbe.
Ho capito solo oggi, leggendoti e rileggendoti che semplicemente sta attuando un ricatto emotivo.
A cui non voglio sottostare.
Ammetto di avere provato a chiamarla, ieri e oggi ma ovviamente nessuna risposta. Nemmeno da mio fratello.
Mi aveva lasciata urlando che si sarebbe uccisa, magari è la volta buona. Meglio un lutto liberatorio che un lutto reitarato nei mesi e negli anni. E scrivendo queste cose nemmeno mi sento cattiva.
Detto questo ho ancora una cosa da fare. Andare a controllare cosa è successo, su richiesta di mio padre nonché suo ex marito. Non per lei, ma per mio fratello.
Farò ancora questo. Domani mi farò due ore di strada per andarle sotto casa e vedere se sono ancora vivi, dopo di che scelgo me, e il mio benessere.
La famiglia non si sceglie ma si può scegliere di non farsi del male. Grazie ancora
@epatite ho fatto anche la denuncia dai carabinieri, un paio di anni fa. Il risultato è stato nullo. Comunque grazie.
Alla fine il proverbio dice che ciò che non ammazza fortifica.
Vi tengo informati comunque, anche perché a prescindere da tutto niente è facile.
tania15
Membro AmbasciatoreBuon consigliere
tania15
Membro Ambasciatore
Ultima attività il 10/11/24 alle 17:44
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Amico
ciao Camilla, non c'è cattiveria nel scegliere la vita e di evitare situazioni tossiche.
se vai a controllare... non andarci da sola, meglio se c'è qualcuno con te.
purtroppo ci sono enti preposti alla sicurezza che non ascoltano i cittadini e tanto meno fanno qualcosa.
un grande abbraccio e abbi cura di te
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tany
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Camilla67
Camilla67
Ultima attività il 12/06/22 alle 12:36
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Ricompense
Esploratore
Buongiorno a tutti,
vorrei un consiglio o qualsiasi altra cosa che riesca a togliermi da questo pantano in cui sono (di nuovo) precipitata.
Sono figlia di una genitrice che ha sempre avuto disturbi psichiatrici mai diagnosticati, che sono esplosi in una sindrome da accumulo (grave) compulsivo quando si separò da mio padre e si parla di almeno 35 anni fa.
Lei è una donna che ormai ha 70 anni, vive con mio fratello da sempre (diventato come lei) e conducendo una vita fuori della realtà.
"Scappai" di casa quando avevo venti anni, impossibilitata a mettere un freno al suo vampirismo emotivo, al suo muro comportamentale, alla sua depressione e al suo totale ostruzionismo a farsi aiutare. I matti eravamo noi, lei solo una vittima di tutti e tutto.
Negli anni, pur lontana fisicamente, in qualche modo, ho sempre tentato di essere presente cercando con le buone di cominciare un percorso psicologico famigliare sempre, ovviamente, rigettato con forza e aggressività.
Ad un certo punto decisi di troncare ogni rapporto con lei e mio fratello, per la mia sanità mentale e cominciai una terapia psicologica per affrontare il momento perché ero divorata dai sensi di colpa.
Lo psicologo che mi seguì fu bravissimo, facendomi capire che ci sono situazioni che esulano dalla nostra volontà e alla fine la mia decisione era quella giusta.
Dopo dieci anni di silenzio, qualche anno fa, lei mi richiamò e non ho avuto la forza di continuare a tenerla lontano dalla mia vita.
Ad oggi il problema è diventato ancora più grande.
Mi chiama a qualsiasi ora del giorno, buttandomi addosso qualsiasi cosa, ogni telefonata è un delirio di pianto, di propositi suicidi, di stress, di fatti successi trenta anni fa come se tutto fosse successo ieri, di parole cattivissime contro tutti, mio fratello compreso, tanto da dire che lo vorrebbe vedere morto.
Ho provato ad essere accogliente, ma non serve, ho provato ad essere dura ma non serve, insomma ho messo in atto tutti i consigli ricevuti ai tempi ma sembra solo peggiorare le cose.
Non c'è mai una soluzione ai problemi, anche ai più stupidi e risolvibili, tutto si infrange su no, non si può eccetera.
Ieri, all'ennesima telefonata di delirio, le ho chiuso il telefono in faccia. Ero arrivata di nuovo al limite.
Mi ha richiamata trecento volte, ma non ho mai risposto.
Avevo il cuore in gola, di rabbia e frustrazione.
Dopo questo lunghissimo preambolo vi chiedo.
Cosa fare?
Qualcuno ha questa esperienza in famiglia?
Dico anche che anni fa mi rivolsi alla USL chiarificando la situazione. Le fecero una visita ma lei appare normale, non li ha fatti entrare in casa e con il fatto che abita in una casa di sua proprietà in aperta campagna, non sono riusciti a fare nulla.
Che fare?