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Pazienti Disturbo bipolare
Come gestire un coinquilino con disturbo bipolare?
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Sara_B
Animatrice della community
04/10/22 alle 04:35
Buon consigliere
Ciao @Liliana25 ti ringrazio molto per aver condiviso questa tua esperienza.
Qualcuno dei nostri membri @Simona7 @Flavio123 @Franci03 @Domenico8 @Rossy.lu71 @Ewa1973 @Masera_ti @millkat @Fdekolmn @Lorius ha qualche consiglio da dare? Quali sono le vostre esperienze?
Grazie in anticipo!
Sara del Team Carenity
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Sara
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Indagine
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Liliana25
Ciao a tutti,
Sono una giovane studentessa fuorisede, e ormai da tre anni condivido la casa con altre persone, ma nell'ultimo periodo quel luogo che dovrebbe farmi stare bene sta minando alla mia salute mentale. Un anno fa' è arrivato un nuovo coinquilino (straniero), sia io che gli altri ci trovavamo benissimo con lui facevamo un sacco di cose insieme, uscivamo, i miei amici erano diventati i suoi. L'ho aiutato in momenti di difficoltà, andava tutto per il meglio. Ci confidavamo l'un l'altro, era una persona piena di vitalità e che non stava mai ferma, rideva sempre e scherzava. In realtà anche in quel periodo aveva degli atteggiamenti un po' strani che dovevano farmi sospettare qualche cosa, ma ho pensato che fossero delle sue scelte. La prima cosa che faceva e fa tutt'ora è abbusare di zuccheri, si beve due tre bottiglie di bevande zuccherate e magia pacchi di dolciumi in un solo giorno. Ciò sarebbe giustificabile se non fosse che è diabetico e non si fa l'insulina. Questo comporta che sta parecchio male, è stato trovato in casa più di una volta svenuto per terra (non da noi, ma dai suoi familiari). Mi aveva detto che era una sua scelta, e oltre a fargli notare ogni tanto che stesse esagerando dopo aver scartato la sesta merendina consecutiva, non gli ho detto nulla. Altro comportamento strano è che ogni periodo litigava con una persona e smetteva di parlare con quella, l'ha fatto anche con un mio coinquilino. Mi sono intromessa per farli chiarire e lui si è scusato in quanto non c'era un motivo per cui si fosse arrabbiato, non si ricordava perché avesse deciso di smettere di parlare con lui, perché appunto un motivo non c'era. Verso Aprile inizia una discesa, decide di rompere una relazione che aveva senza un motivo. Inizia a stare male per il diabete, si chiude in camera tutto il giorno e non vuole parlare. Fa avanti e indietro dall'Italia al suo paese, essendo spesso ricoverato per il diabete (almeno è quello che ci diceva). Inizia a ignorci, anche a un semplice "come stai" . Era una persona a cui tenavamo molto, e giustamente eravamo preoccupati. Torna a giugno, chiedo a lui e agli altri la disponibilità di mettere la nostra casa a disposizione per un mio progetto universitario da fare con dei miei colleghi (che lui già conosceva). Mi dicono di sì, io mi dimentico che prima di iniziare il progetto bisognava sistemare un po' casa, quindi alcuni miei colleghi vengono per una settimana a lasciare delle cose o a sistemare qualcosa. Mi scuso con gli altri e con lui. Lui decide che io sono il male, divento così la sua vittima di turno e smette di parlare con me. Passa una settimana, due settimane e lui continua ad essere arrabbiato. Per me la situazione diventa insostenibile, ci sto male, non capisco perché sia così arrabbiato. Chiedo agli altri un parere, cercano di intromettersi ma lui dice che non vuole parlare. Io sono il tipo di persona che vuole chiarire, perché sono dell'idea che parlare è una cosa fondamentale per risolvere un problema. Un giorno ci troviamo entrambi a fare colazione, lui seduto distante da me, io gli chiedo di sistemare la situazione perché ci sto male, mi scuso per l'ennesima volta, inizio a piangere e lui inizia ridermi in faccia, dicendomi che non gliene frega nulla di me, che tutto quello che ho fatto per lui non gli importa, lui pensa solo a se stesso e dovrei anch'io essere così. Non mi perdonerà mai perché io ho sbagliato e lui ha ragione e basta. Sentendo quelle parole, mi ferisce profondamente, in uno scatto di disperazione spingo la tovaglietta e faccio cadere tutto per terra. Mi alzo e mi dirigo in cucina per posare il bicchiere di vetro nel lavandino, ma lo lascio cadere e si rompe. Mi chiudo in camera e inizio a piangere. Da lì tutto diventa un inferno. Inizia a dire che volevo fargli del male, che gli avevo lanciato un bicchiere nonostante stesse in un'altra stanza (e non dentro un lavandino). Che mi volesse denunciare ai carabinieri, non so per cosa esattamente. Non ha intenzione di chiarire, e inizia anche a farmi dispetti. Mi impedisce di cucinare, mi lascia tutto sporco, non mi dà i soldi per pagare le bollette e mi insulta nella sua lingua pensando che io non capisca. Inizia a chiudersi a chiave la porta di camera anche per andare in bagno per farmi capire che non si fida di me. Io cerco di sopportare, evitarlo e stare zitta, ma verso fine luglio inizio a non farcela più. Se lo saluto e lui non mi ricambia dico ad alta voce che è un maleducato, inzio a prenderlo in giro ogni volta che sento che si chiude la porta. So benissimo che questo mio atteggiamento è sbagliato e non fa altro che incrementare l'odio nei miei confronti. Mi sembra di impazzire, non riesco più a vivere serenamente. Inizio a notare che assume dei farmaci che si chiamano Depakin, cerco su internet e scopro che servono per regolare l'umore. Ad Agosto vado via e torno a Settembre, trovo la porta di casa chiusa da dentro. Ho paura che non mi apra, ma fortunatamente lo fa, lo saluto più volte e mi ignora. Le pillole spariscono, non le prende più. Gli chiedo come sta, non mi risponde. Fino a quando non mi dice che non vuole parlare con me e devo smetterla. Sono andata via di casa per una settimana, nella quale ha detto agli altri che è arrabbiato con me e che gli faccio dei dispetti, che si chiude la porta a chiave perché ha paura che gli entri in camera e acceda al suo computer per rubare i suoi dati (cosa che non sarei capace di fare né ora e né mai). In poche parole mi odia e soffre di manie di persecuzione nei miei confronti. Non riesco più a vivere così e a sopportarlo, ed essere accondiscendente con lui accentando il fatto che è malato.
Come posso sopravvivere e non impazzire? sta diventando un incubo. Lui dice che vive bene così, lui ha la sua vita e io ho la mia. Ma a me non sta bene, a nessuna persona starebbe bene vivere così, perché sto smettendo di vivere. Non invito più nessuno a casa, lo evito il più possibile e cerco adesso di evitare di fare qualsiasi cosa che gli possa dare fastidio. Ma anche se non faccio nulla, si inventa che gli faccio dei dispetti. Ho paura a vivere con lui. Cambiare casa mi risulta molto difficile in questo momento.
Ho bisogno di un vostro parere e un cosiglio su come affrontare la situazione, grazie mille, anche solo per aver letto tutto questo.